L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

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Scritto da Matteo Poletti

29 Settembre 2025

Caschi iconici e design da brivido: intervista esclusiva ad Adrien Paviot, il genio a cui si affida Leclerc e tanti altri piloti di Formula 1.

Un casco non è mai solo un dispositivo di sicurezza. Un casco è un’opera d’arte. Adrien Paviot, designer francese di fama mondiale, ne sa qualcosa: da oltre 10 anni, diversi piloti di Formula 1, da Charles Leclerc a Pierre Gasly, da Isack Hadjar a Romain Grosjean, si affidano a lui per i propri caschi. In questa intervista esclusiva, Adrien Paviot ci racconta i dietro le quinte di questo mondo come mai prima d’ora. Dal primo schizzo digitale alla versione finale che scende in pista, scopriamo il processo creativo dietro alla realizzazione di alcuni dei caschi più iconici di sempre.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Quando e come è nata la tua passione per le corse e per il design dei caschi?

“La mia passione per il motorsport e per il design è iniziata praticamente nello stesso momento. Nel 1998, quando ho iniziato con i kart, io e mio padre siamo andati a comprare il mio primo go-kart. Il venditore aveva un casco completamente bianco e, per qualche ragione, ne sono rimasto affascinato. Non so spiegare il perché: poteva essere la livrea del kart o la tuta da gara, ma quel casco mi colpì profondamente. Da allora ho cominciato a disegnare caschi a scuola. Quindi entrambe le passioni, corsa e design, sono nate insieme”.

Come si è trasformata questa passione in un lavoro? Qual è stato il percorso che ti ha portato qui?

“Ci sono due lati della storia. Ho sempre amato disegnare e sono cresciuto leggendo il fumetto francese sul motorsport “Michel Vaillant”. Ho frequentato una scuola di design per coltivare la parte artistica, mentre parallelamente cresceva in me l’interesse per i caschi. All’inizio erano due mondi separati”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

“Il punto di svolta è arrivato nel 2008, quando Franck Montagny, ex pilota di Formula 1, lanciò un concorso di design. Era anche il primo grande anno di Facebook. Ho realizzato il mio primo casco digitale con Photoshop, l’ho pubblicato dopo aver vinto il concorso, e da lì è cambiato tutto. All’improvviso la gente ha iniziato a chiedermi design. All’inizio era solo un modo per pagarmi gli studi, vendendo un casco qua e là”.

“Nel 2010 ho fondato ufficialmente la mia azienda di design, anche se pensavo fosse una soluzione temporanea, un modo per guadagnare prima di trovare un “vero lavoro”, come diceva mia madre. Poi Romain Grosjean mi ha chiesto di disegnare i suoi caschi, ho incontrato Sébastien Loeb e poco dopo ho iniziato a lavorare con Red Bull. Da lì le cose sono andate velocissime ed è diventata la mia carriera a tempo pieno”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Ogni pilota ha una personalità unica. Come riesci a catturarla in un casco?

“Con i nuovi clienti parto da un questionario per capire i loro gusti: colori preferiti, stili, esempi di caschi che amano. Questo mi dà una base. Col tempo, lavorando più volte con gli stessi piloti, imparo naturalmente a conoscerne i gusti. Romain Grosjean, per esempio, ama l’arancione e il blu vivaci, mentre Charles Leclerc preferisce i colori puliti e classici del Principato di Monaco. Alcuni desiderano look complessi e moderni, altri preferiscono linee eleganti e tradizionali. Il processo è quindi in parte ricerca, in parte collaborazione, poi, quando conosco bene il pilota, subentra l’intuizione”.

Da dove inizi di solito: dai colori, dai simboli o dal messaggio?

“Dipende, ma di solito inizio dagli sponsor obbligatori. La loro dimensione e il posizionamento definiscono la “tela”. Da lì costruisco il design intorno. Parto sempre dalle linee, perché anche i verniciatori cominciano da quelle, così sono sicuro che il progetto sia realmente fattibile. Dopo le linee, passo ai colori, poi a pattern, sfumature e dettagli che rendono il casco unico”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Quanto spazio ha la tua libertà artistica rispetto agli input del pilota?

“Ho bisogno sia di struttura che di libertà. Se un cliente non fornisce alcuna indicazione, rischio di sprecare giorni interi su un design che magari non userà. D’altra parte, se un cliente mi manda un PDF di 15 pagine con richieste rigidissime, non c’è margine creativo e in quel caso rifiuto. L’ideale è avere una direzione chiara: semplice o complessa, minimale o dettagliata. All’interno di quei confini posso lavorare liberamente, con la certezza di realizzare qualcosa che il pilota apprezzerà. Spesso i piloti si affidano a me per scegliere finiture come opaco, lucido o cromato, e io li guido su cosa funziona meglio. Quindi sì, serve libertà, ma sempre basata su informazioni precise”.

In media, quanto tempo impieghi a passare dall’idea al casco finale?

“Di solito realizzo una prima versione completa in 4–7 ore. Le revisioni, se necessarie, richiedono circa 30 minuti o un’ora. Quando il pilota ha le idee chiare, il processo è abbastanza rapido. Il problema vero è la lista d’attesa: oggi per iniziare un progetto ci vogliono uno o due mesi. E una volta approvato il design, la verniciatura può richiedere fino a sei mesi. È un’attività molto intensa”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Come bilanci le tecniche tradizionali, come gli schizzi a mano, con gli strumenti digitali?

“Lavoro esclusivamente in digitale. Uso Adobe Illustrator, un software vettoriale, per tutto: dagli schizzi iniziali al rendering finale. È veloce, preciso e perfetto per il mio flusso di lavoro. L’efficienza è fondamentale per tenere il passo con le richieste”.

Lavori con Charles Leclerc, Pierre Gasly e Isack Hadjar. Cosa hanno in comune e cosa li rende unici?

“Sono tre esempi molto diversi. Charles sa esattamente cosa vuole: i colori di Monaco, un design pulito, forte e non troppo complesso. Pierre è più fantasioso: gli piacciono i look moderni, con colori vivaci e forme particolari. Isack è diverso: dà meno importanza al casco e lascia che sia suo padre, matematico e fisico, a guidare le scelte. È per questo che i suoi caschi hanno motivi matematici. Questo dimostra quanto possano essere varie le collaborazioni: alcuni piloti sono molto coinvolti, altri si affidano totalmente e a volte persino le famiglie influenzano le decisioni”.

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L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Puoi raccontarci un aneddoto legato a una richiesta insolita o a una sfida particolare?

“Uno dei ricordi più belli è il casco di Saetta McQueen realizzato per Romain Grosjean. Tutto è iniziato con Pierre Gasly, che aveva chiesto un casco a tema Iron Man. Red Bull aveva ottenuto l’approvazione della Marvel, ma per motivi contrattuali non fu possibile realizzarlo. Qualche mese dopo contattai personalmente Disney e Pixar per proporre Saetta McQueen, e accettarono. Il casco fu presentato al GP di Austin 2019. A Pixar piacque tantissimo, i fan lo adorarono, e realizzammo anche un secondo casco esposto sul circuito. È uno dei progetti più divertenti e memorabili della mia carriera”.

Che tipo di rapporto personale hai con i piloti, al di là del lavoro?

“Sono fortunato ad avere legami molto stretti con molti di loro. Ho corso anch’io, in kart e in Formula Renault, contro piloti come Grosjean, Hamilton, Hulkenberg e Vettel, quindi c’è una sorta di legame generazionale. Con i più giovani cerco comunque di costruire rapporti simili”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

“L’unica eccezione è stata Max Verstappen: ho disegnato i suoi caschi per cinque anni, ma ho sempre trattato con il suo management, mai direttamente con lui. Tuttavia, le poche volte che l’ho incontrato è stato molto gentile. In generale, credo che i rapporti personali siano una delle chiavi del successo delle mie collaborazioni”.

Un casco non è solo estetica: ci sono sponsor, spazi obbligatori, aerodinamica. Quanto influenzano il tuo lavoro?

“Gli sponsor hanno un impatto enorme, e penso che una delle mie abilità migliori sia proprio quella di integrarli senza che sembrino forzati. L’aerodinamica invece incide poco sul mio lavoro, anche se i verniciatori devono considerare il peso complessivo: troppa vernice può rendere il casco più pesante”.

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L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Il casco è ancora la “firma” di un pilota, come ai tempi di Senna o Schumacher?

“No, oggi la cultura del casco è completamente diversa. Vent’anni fa un pilota usava cinque o sei caschi all’anno, con meno sponsor e meno vincoli tecnici. Oggi i caschi sono parte di un ciclo “fashion,” legato soprattutto al business dei mini-caschi per i fan. Questo influenza tutto: i design devono essere pronti con sei mesi di anticipo per produrre i mini-caschi in tempo. I fan vogliono sempre qualcosa di nuovo, non lo stesso disegno ogni volta. Detto questo, ci sono piloti come Leclerc che cercano comunque di mantenere una forte identità visiva”.

Consideri il tuo lavoro parte della storia del motorsport?

“Onestamente, no. Oggi i caschi cambiano troppo spesso perché uno solo diventi “storico” come quelli di un tempo. Sono i piloti a fare la storia; i caschi fanno parte del percorso, ma difficilmente resteranno impressi per sempre. Il mio obiettivo è vivere un bel rapporto creativo con i piloti e renderli felici. Se ci riesco, sono soddisfatto”.

L'uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot
L’uomo dietro i caschi di Leclerc: INTERVISTA ESCLUSIVA ad Adrien Paviot

Qual è il casco di cui vai più fiero?

“Dal punto di vista del design, sono molto orgoglioso del casco che ho realizzato per Charles Leclerc a Monaco nel 2022: rosso in alto e bianco in basso. All’inizio era pensato come un’edizione speciale, ma ho spinto per anni affinché diventasse il suo casco regolare. E così è stato. È un design iconico, semplice al punto che anche un bambino può disegnarlo su un foglio. Per me questo era fondamentale: almeno una volta nella mia carriera volevo creare un casco “iconico” per un pilota di Formula 1. Con Leclerc ci siamo riusciti, ed è uno dei progetti di cui vado più fiero”.

Foto: Scuderia Ferrari Multimedia, Adrien Paviot

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Matteo Poletti

Parma, 22 anni | Articolista dal 2021, scrivo per GPKingdom dal 2024 e per la Gazzetta di Parma dal 2025 | Content creator (@polmatracing) dal 2017

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