EDITORIALE – Il cambio regolamentare polarizza la Ferrari: nessuna “via di mezzo” nel futuro della rossa. O si vince, o è rivoluzione
Il 2025 ormai si può considerare concluso per la Ferrari, ed oltre che “concluso” si può altrettanto etichettare come “fallimentare“. Tutto ciò porta ad evidenti riflessioni: se un 2024-bis (con magari una sfida al titolo) avrebbe portato meno pressioni sulla nuova Ferrari, con una stagione simile alle spalle la nuova vettura di Maranello dovrà essere
Intendiamoci: la volontà di una rivoluzione non sembra esserci. Vasseur ha un contratto fino alla fine del 2027, e dunque c’è grande fiducia sulla nuova era Ferrari: un Jean Todt 2.0 è l’obiettivo di Elkaan e Vigna, e l’uomo di Draveil ha tutte le potenzialità per poter replicare quel ciclo.
Dall’altra parte però aleggiano gli spettri: Leclerc compirà 28 anni tra 11 giorni, Hamilton ne farà 41 a gennaio. Due piloti, dunque, senza alcuna volontà di aspettare: o si vince, o difficilmente si andrà avanti a guardare gli altri trionfare. Due scenari dunque ben chiari, che illustriamo qui sotto.
Scenario 1: una vettura competitiva
Nel caso di una Ferrari 2026 (il nome del progetto è Ferrari 678) in grado di lottare per le vittorie (ed eventualmente poi per i due titoli), la rossa avrebbe tutto per creare un ciclo vincente: due piloti di livello assoluto già ben inseriti nel progetto, un team principal al suo quarto anno a Maranello e l’esperienza passata del 2022, ancora oggi ferita non completamente chiusa se si ripensa alle prime gare del nuovo ciclo regolamentare.
Ecco che così la negatività attuale di questo periodo verrebbe spazzata via in pochissimi giri, lasciando spazio al travolgente entusiasmo dei Tifosi: e con l’esperienza di una leggenda come Hamilton ed un Leclerc nel suo “prime” sportivo, nessuna squadra può garantire su una line-up così competitiva come quella del team italiano.
Scenario 2: una vettura competitiva
Una simil-SF-23 o 25: vettura da seconda/terza/quarta forza, mancanza di garanzie tecniche, lacune evidenti e poca competitività. Con uno scenario del genere, al primo anno di un nuovo ciclo regolamentare, sarebbe la pietra tombale sulla Ferrari: lo spettro di un Leclerc in senza troppe garanzie di contratto (e che difficilmente a 29 anni metterà la volontà di essere campione del mondo dietro all’amore per la Ferrari), Hamilton a 41 anni compiuti e Vasseur a capo di un progetto che non è stato ciò che si pensava.
Un 2026 che, dunque, con ogni probabilità sarà come detto polarizzante: o sarà titolo, o a Maranello si rischia un anno-zero per tutte le figure chiave. Con conseguenti, ovviamente, altri anni di agonie e di Singapore 2025. Per la gioia degli avversari.