6 gare al termine e 63 punti da recuperare: la matematica e le prestazioni gli vanno contro, ma il mondiale di F1 2025 è ora più aperto che mai
Una rimonta che anche ad oggi, dopo il GP di Singapore, sembra molto difficile da compiere. Lo stesso Verstappen, sempre convinto delle sue potenzialità e dei suoi mezzi, dubita dell’effettiva messa a segno di quella che potrebbe passare alla storia come una delle rimonte mondiali migliori della storia, se non la migliore.
I numeri non sono l’unico dato ad essere contro di lui. Oltre infatti ai 63 punti da recuperare in sole 8 gare, l’olandese non dispone della vettura adatta per poter competere in ogni tracciato. Se il doppio successo Monza-Baku ha nettamente riacceso le speranze iridate, ci dobbiamo ricordare che il team di Woking ha ancora la macchina migliore dell’intero pacchetto e nella giornata di ieri si è laureato campione del Mondo costruttori.
L’Azerbaijan e l’Italia sono stati due tracciati atipici, che ben si sposavano con la Red Bull di Max e che “litigavano” di più con la McLaren capitanata da Andrea Stella e Zak Brown. A questi due circuiti meno affini alla MCL39 si è unita un’esecuzione non ottimale (il pit-stop sbagliato da Lando Norris a Monza e l’incidente di Oscar Piastri a Baku), ciò ha dato modo all’olandese di avvicinarsi ai due papaya in ottica mondiale.
I casi nella storia
Nella storia ci sono stati dei casi di rimonte mondiali storiche, ma sono poche rispetto ai 75 anni di storia di questo sport. La risalita più eclatante si è consumata sicuramente nel 2007, nell’anno da rookie di Lewis Hamilton, quando a due gare dalla fine aveva un bottino di 17 punti nei confronti di Kimi Raikkonen. Con il precedente sistema di punteggi (che dava 10 punti al vincitore, 8 al secondo, 6 al terzo, poi da lì in poi a scalare di uno fino all’ottavo), a Lewis bastava racimolare 3 punti in due gare. Il ritiro di Shanghai a causa di un errore di gioventù e la gara disastrosa in Brasile hanno causato la rimonta dell’ultimo mondiale piloti per Ferrari.
Un altro esempio, ancora più assimilabile al caso Verstappen, è quello del 2012, quando Sebastian Vettel ha vinto il mondiale di fronte a Fernando Alonso, nonostante una stagione sempre all’inseguimento. Alla gara 13/20, il 65% del campionato, Vettel si trovava a 39 punti di distacco ed era addirittura quarto in classifica. Il tedesco, però, disponeva di una Red Bull nel pieno del ciclo di vittoria durato dal 2010 al 2013 ed era nettamente l’auto migliore.
La rimonta Verstappen, dunque, è possibile?
63 punti da recuperare al 75% del campionato con una vettura oggettivamente inferiore: i numeri non sono dalla parte del 4 volte campione iridato, ma sull’onda del morale positivo, dopo 2 secondi posti e 2 vittorie post-pausa estiva, oltre ad una McLaren andata in crisi anche su un circuito amico come Singapore, per Verstappen è lecito sognare.
Foto: Oracle Red Bull Racing