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Smog, questa regione italiana è rovinata: sono in guai

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Scritto da Francesca Testa

10 Ottobre 2025

La situazione è particolarmente critica, dove le concentrazioni di PM10 e PM2,5 raggiungono valori allarmanti.

La Lombardia si trova nuovamente sotto la morsa delle polveri sottili, con livelli di inquinamento atmosferico che superano costantemente i limiti di legge, soprattutto nella stagione fredda che sta per iniziare. La situazione è particolarmente critica in alcune aree della Pianura Padana, dove le concentrazioni di PM10 e PM2,5 raggiungono valori allarmanti, mettendo a rischio la salute pubblica e obbligando le autorità regionali a intensificare le misure di contenimento.

Emergenza polveri sottili: il quadro attuale in Lombardia

Con l’accensione degli impianti di riscaldamento domestico, tipici dell’autunno-inverno, si registra un aumento significativo delle emissioni di PM10, le particelle sospese di diametro inferiore a 10 micrometri responsabili di patologie respiratorie e cardiovascolari. Le stazioni di monitoraggio di Arpa Lombardia mostrano come alcune località abbiano già superato il tetto massimo di 35 giorni annui consentiti per lo sforamento dei limiti europei, con conseguenti implicazioni sia sanitarie sia normative.

Soresina, nel Cremonese, si distingue negativamente con 38 giorni di superamento delle soglie di PM10 dall’inizio dell’anno, mentre Rezzato (Brescia) ha raggiunto quota 35 giorni. Altre località come Codogno (Lodi) e Corte de’ Cortesi (Cremona) hanno registrato rispettivamente 31 e 34 giorni sopra i limiti. Nei capoluoghi di provincia, Lodi conta 28 giorni di superamento, seguita da Cremona con 22 e Pavia con 21.

Le misure regionali in vigore dall’1 ottobre 2025 fino al 31 marzo 2026 includono restrizioni al riscaldamento domestico e alla circolazione dei veicoli più inquinanti, ma sono state rese più stringenti le soglie per l’attivazione delle misure emergenziali: ora scattano dopo soli due giorni consecutivi di valori medi di PM10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo, riducendo così il margine di tolleranza rispetto agli anni precedenti.

Parallelamente al problema del PM10, si registra un crescente allarme anche per il PM2,5, particelle ancora più fini e pericolose. Le previsioni di Arpa indicano che dall’8 ottobre le concentrazioni medie supereranno i 20 microgrammi per metro cubo soprattutto nelle province di Pavia, Milano e Cremona. A differenza del PM10, la normativa attuale impone un limite annuale di 25 microgrammi per metro cubo per il PM2,5, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce limiti molto più restrittivi, fissando a 15 microgrammi per metro cubo la soglia giornaliera cautelativa.

L’accumulo di inquinanti come PM10 e PM2,5 nella qualità dell’aria è associato a un aumento dei rischi per la salute, in particolare per malattie respiratorie, cardiovascolari e per un incremento della mortalità prematura. I dati relativi all’ozono estivo, anch’esso in concentrazioni elevate in Lombardia, evidenziano un quadro particolarmente preoccupante: Bergamo, ad esempio, ha registrato ben 77 giorni di superamento dei valori limite di ozono fino al 31 agosto 2025.

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