Lacrime operai Stellantis

Scandalo Stellantis, accuse molto gravi: nei guai migliaia di famiglie

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Scritto da Francesca Testa

8 Dicembre 2025

Ancora una volta piovono critiche su Stellantis: l’ultima notizia fa tremare posti di lavoro, piangere famiglie ed infuriare i sindacati.

Tempi duri per il Gruppo Stellantis che, negli ultimi anni, ha fatto i conti con una vasta serie di problemi legati alle condizioni dei lavoratori, alle proteste interne – specie nel nostro paese – e pure ai richiami sui suoi modelli di punta. Se il fatto che i motori Pure Tech da 1.3 a benzina si siano rivelati molto fragili per via della cinghia a bagno d’olio e che il Governo Meloni abbia più volte protestato contro la de localizzazione degli impianti produttivi verso Polonia e Nord Africa, le criticità legate ai lavoratori dell’azienda sono quelle più importanti come risonanza mediatica.

Negli anni, diversi lavoratori – spesso in forma anonima – hanno protestato per i ritmi di lavoro molto faticosi, per il fatto che l’azienda abbia proposto di spostarsi in Serbia per continuare a lavorare, come fatto con i dipendenti di Maserati che hanno ben poco da fare in Italia viste le vendite molto ridotte del brand e molto altro ancora.

La questione più scottante al momento però è legata ad uno stabilimento italiano in particolare, ossia la Gigafactory di Termoli. L’azienda di Antonio Filosa, erede del dopo Tavares, deve infatti raccogliere tra le eredità anche un grave problema legato ai lavoratori del complesso. E’ arrivato il momento di trovare una quadra, prima che la situazione esploda e diventi insostenibile per lavoratori e famiglie.

Termoli, un Odissea senza fine

I lavoratori dell’impianto di Termoli di Stellantis, sulla carta una Gigafactory, nella realtà dei fatti un polo produttivo che va a ritmi molto più lenti di quelli previsti dall’azienda anche a causa del ridotto volume di vendita dell’azienda, stanno facendo i conti con una situazione molto precaria. Ad agosto, è stato rinnovato un contratto di solidarietà per oltre 1.800 operai del sito che si trovano a fare i conti con un periodo che – teoricamente almeno – dovrebbe finire ad agosto 2026 di rallentamento della produzione complessiva nella struttura.

Proteste a Termoli
Termoli, il problema per Stellantis (Stellantis) – www.GP.Kingdom.it

La struttura quest’estate doveva diventare una grande realtà del progetto di Stellantis grazie ad una collaborazione con Mercedes-Benz e Total Energy, poi sfumata. Qualche tempo fa, il segretario generale dei sindacati Fim e Cisl Ferdinando Uliano aveva già lanciato un preoccupante monito che oggi, suona come una predizione: Stellantis aveva in quell’occasione confermato di aver cancellato l’investimento nell’impianto che avrebbe dovuto garantire la produzione di batterie per automobili elettriche nei prossimi anni: Questo rappresenta per noi un fatto estremamente grave. Entro il primo semestre del 2025, Stellantis e Acc avrebbero dovuto sciogliere le riserve sull’avvio dell’investimento, ma a oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro e temiamo uno stop definitivo.

Chiedendo l’intervento del Governo Meloni in questa situazione che mette a repentaglio i lavoratori e le loro famiglie, Uliano rimarca: “Rinunciare a questo investimento significa negare una prospettiva industriale e mettere a rischio occupazionale circa 1.800 lavoratori dello stabilimento e il tessuto produttivo del territorio molisano. Solo l’ultima criticità che va a minare la stabilità del Gruppo Stellantis in un anno davvero complesso. Ma come ha risposto l’azienda con sede europea?

Stellantis non soddisfa i lavoratori: si scende in piazza

Il 29 novembre è stato il giorno in cui i lavoratori hanno deciso di scendere in piazza per richiedere ancora una volta una risposta a questo appello, finora ignorato: lo hanno fatto a Termoli, accompagnati da membri dei sindacati UILM, UGML e FISMIC tra gli altri: Voi sapete che l’Europa aveva previsto come limite, come soglia per i motori endotermici il 2035. Bisogna finirla. In questa incertezza serve una normativa chiara e serve una normativa di rilancio di lavoro su Termoli perché il tema della propulsione è centrale in questa discussione“, sono le parole di Stefano Boschini che rappresenta i lavoratori a nome di FIM e CISL.

Il malcontento non è diretto solo verso Stellantis ma anche verso l’UE che non ha saputo dare alle grandi aziende una direzione chiara da seguire: Audi, Mercedes-Benz e Porsche sono solo altre tre aziende che hanno investito miliardi nella transizione ecologica ma hanno dovuto poi fare marcia indietro, davanti ad una politica europea che non pare premiare chi investe nel futuro sostenibile. E a farne le spese, al solito, sono i lavoratori che perdono il lavoro o come in questo caso, lo vedono sempre più a rischio.

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