Questo prodotto del marchio Stellantis è stato talmente deludente da spingere un Governo ad aprire le indagini. Ecco cosa emerge.
Negli ultimi anni, il Gruppo Stellantis ha fatto i conti con tantissime critiche e problematiche gestionali che, a tutti gli effetti, hanno contributo a segnare la caduta dell’era di Carlos Tavares, CEO rimpiazzato proprio quest’anno dall’azienda. Tra le tante critiche ricevute, ci sono quelle dei clienti che hanno utilizzato un motore in particolare.
Il motore in questione è il Pure Tech 1.2, un propulsore noto per essere molto economico ma anche per i tantissimi problemi di affidabilità che questo prodotto ha presentato. Tra le tantissime accuse, dal rischio incendio alla tendenza ad usurarsi e rompersi dopo poche migliaia di chilometri, il motore è stato attaccato sopratutto per la sua cinghia a bagno d’olio, un sistema adottato per strozzare i costi ma che influisce anche negativamente sulla resistenza delle parti mobili.
Le vetture che montano il motore – Opel, FIAT, Jeep e molte altre – hanno spesso dato problemi ai consumatori che si sono ribellati ottenendo la sostituzione gratuita dei componenti usurati mediante i richiami che dal 2023 hanno afflitto questo tipo di macchine ed ottenendo un kit di sostituzione per la cinghia. Ma non è tutto e il Governo ha scelto di mettersi di mezzo per risolvere una volta per tutte la faccenda.
Richiami e critiche, ora basta: scende in campo il Governo
In Italia, il Governo ha attaccato varie volte il Gruppo Stellantis per la tendenza a portare il lavoro “fuori” dal nostro paese con de localizzazioni e cambi di impianti in cui investire. Anche in Francia il Governo Macron – che tra l’altro in questi mesi fa i conti con la sua peggiore crisi di sempre – ha scelto di avviare letteralmente un’indagine sul Gruppo Stellantis per il caso Pure Tech che ha danneggiato troppi clienti per passare inosservato.
Stellantis rischia grosso in Francia (Stellantis) – www.GP.Kingdom.it
La cosiddetta associazione delle “Vittime di Pure Tech” si propone di riunire almeno 56.000 consumatori francesi che hanno subito disagi e sono pure rimasti senza macchina per un sacco di tempo a causa dei problemi del propulsore, il tutto per lanciare una class action. La modalità della protesta avrebbe attirato l’attenzione del Governo che si è interessato alla faccenda mediante il Vehicle and Engine Market Surveillance Service.
Al momento, la class action non è ancora partita perché gli esperti stanno per prima cosa cercando di comprendere se il difetto sia “casuale” o sistemico e, probabilmente, le cause sono insite nella struttura con cui il Pure Tech è stato costruito. Ora, se la causa dovesse andare avanti, con il sostegno del Governo francese, si tratterebbe di un precedente in grado di terrorizzare qualsiasi casa automobilistica operante in Europa.