Pompa di benzina

Stangata carburanti, pessime notizie per tutti: dal 1 gennaio 2026 sarà durissima, il motivo

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8 Novembre 2025

Si mette molto male, per questi automobilisti. Le regole saranno molto più dure tra qualche mese.

Una novità di rilievo scuote il mondo dei trasporti e degli automobilisti in Italia: dal 1° gennaio 2026 scatterà un significativo aumento delle accise sul gasolio, con un allineamento immediato a quelle della benzina. Questa decisione, contenuta nel disegno di legge di Bilancio 2026 attualmente all’esame del Parlamento, rappresenta un’inversione rispetto alle previsioni iniziali che avevano previsto un allineamento graduale entro il 2030.

Il decreto, in particolare l’articolo 30 del testo, stabilisce che dal prossimo anno sarà applicata una riduzione delle accise sulla benzina di 4,05 centesimi per litro, accompagnata da un pari aumento sull’accisa del gasolio. Questo comporterà un incremento del prezzo alla pompa per il diesel che, per la prima volta, potrebbe superare quello della benzina.

Attualmente il prezzo medio delle accise è di 1,699 euro al litro per la benzina e di 1,625 euro al litro per il gasolio. Con le nuove misure, la benzina vedrà un calo a circa 1,649 euro al litro, mentre il diesel salirà a 1,675 euro al litro. Per un pieno medio di 40 litri, si passerà da una spesa di circa 65 euro per il diesel a circa 67 euro, mentre la benzina costerà meno, scendendo da 67,96 a 65,96 euro.

La spinta dell’Unione Europea verso una tassazione più severa

La decisione del governo Meloni risponde anche alle sollecitazioni dell’Unione Europea, che da tempo richiede un disincentivo all’uso di carburanti fossili maggiormente inquinanti, come il gasolio. In passato, il diesel era tassato meno a causa del suo ampio utilizzo nei settori strategici dei trasporti e dell’agricoltura, ma la sua elevata emissione di particolato e ossidi di azoto, nocivi per la qualità dell’aria nelle città, ha spinto a rivedere questa politica. L’allineamento delle accise rappresenta quindi una misura per combattere i cosiddetti Sussidi Ambientalmente Dannosi e indirizzare il mercato verso veicoli a impatto ambientale ridotto.

Vettura a benzina
Disastro in vista per queste macchine – www.GP.Kingdom.it

L’impatto maggiore di questa manovra si farà sentire soprattutto sulle famiglie proprietarie di veicoli diesel più datati e sul settore dell’autotrasporto, che in Italia dipende fortemente dal gasolio. L’aumento di circa 4 centesimi al litro si tradurrà in un rincaro medio di circa 2 euro per un pieno di 50 litri, ma moltiplicato per i volumi consumati nel settore logistico si traduce in un aumento consistente dei costi operativi. Questo potrebbe aggravare i prezzi finali delle merci, alimentando ulteriormente l’inflazione in un Paese dove oltre l’85% del trasporto merci avviene su gomma.

Le associazioni di categoria hanno già espresso preoccupazioni chiedendo l’introduzione di misure compensative, come crediti d’imposta o incentivi per l’acquisto di veicoli commerciali a basso impatto ambientale. Tuttavia, per i privati possessori di auto diesel non sono previste agevolazioni, il che lascia presagire un aggravio significativo dei costi per questa ampia fetta di automobilisti.

Nonostante tutto, il diesel resta ancora la scelta predominante nel mercato italiano, soprattutto nel settore dell’usato, dove continua a rappresentare un’opzione pratica e conveniente per molti automobilisti. La nuova tassazione, dunque, va a colpire un segmento molto ampio di guidatori, con effetti che si preannunciano profondi e duraturi.

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