Tutti conoscono la FIAT Multipla, nessuno sa la vera storia dietro questo modello. La ragione per cui era così bruttina è incredibile.
Per gli italiani è diventata una sorta di cult, per altri è un’auto semplicemente inguardabile. Comunque la si voglia prendere, la FIAT Multipla rimane un’auto che ha segnato un’epoca e polarizzato l’attenzione delle folle. Presentata nel 1998, la vettura aveva una linea decisamente fuori dagli schemi, per essere gentili che si attirò lo scherno della stampa; negli anni però è stata rivalutata al punto che ad oggi, la clientela ne chiede a gran voce il ritorno..
Il punto è che oltre a non essere bellissima, la Multipla è forse una delle auto più pratiche mai viste nella storia. Oltre alla configurazione a sei posti che rendeva la vettura spaziosa e comoda per viaggiare in tanti – molti tassisti apprezzavano questo veicolo che gli consentiva di portare più clienti – l’auto aveva una dotazione infinita di optional, accessori e comodità. Per dire, a bordo si poteva scegliere di installare un frigorifero!
La seconda generazione dell’auto forse perse un po’ questa magia, ma era decisamente più proporzionata e disegnata in modo più logico. Ma allora viene da chiedersi, come è nato questo progetto? E sopratutto perché i designer hanno proposto soluzioni così agghiaccianti nel suo design? La spiegazione arriva da una serie di indiscrezioni rivelate proprio dai due uomini dietro il modello: Roberto Giolito e Nevio del Giusto, ingegneri e designer dietro il progetto.
Limiti stringenti e grandi idee
I due designer ebbero un compito praticamente impossibile negli anni 90 ossia creare un’automobile a sei posti non più lunga di quattro metri. A venire in loro soccorso ci furono varie intuizioni, la prima delle quali risaliva addirittura agli anni 50 quando il celebre Dante Giacosa propose la FIAT 600 Multipla, un’auto piccola ma con molto spazio all’interno. Con quest’auto, oltre che al nome, la Multipla condivide davvero tanto.
Basandosi sulle idee di questo esperto, Di Nevio e Giolito arrivarono alla conclusione che l’unica soluzione per venire incontro al difficile limite dei quattro metri di lunghezza fosse espandere l’auto in altezza e larghezza: da qui l’idea di partire dallo scafo di una coupé aggiungendo la sovrastruttura di una carrozza, come quelle in cui i gentiluomini entravano tenendo la tuba in testa che dovevano quindi essere molto alte.
Quando i due presentarono il progetto, i dirigenti non erano del tutto convinti. Alla fine, per compromesso, si decise che la Multipla sarebbe stata realizzata con un budget molto scarno e che sarebbe diventata un’auto-studio su cui sperimentare qualsiasi folle soluzione venisse in mente ai designer, in ottica di usarla come modello di transizione per mettere in campo nuove idee da provare su altre auto.
Questo è il vero motivo per cui l’auto era così strana, provateci voi a creare un minivan lungo meno di quattro metri! Tanto per dire la targa della vettura era inserita in una rientranza del paraurti, per recuperare ogni centimetro di lunghezza possibile. Alla fine, la prima generazione della Multipla fu un successo commerciale, a prescindere da tutte le critiche ricevute, con oltre 320.000 unità vendute. La sua praticità e il coraggio degli uomini che l’hanno costruita batterono anche il senso estetico. Non sempre è vero che l’occhio vuole la sua parte.