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Stellantis verso la Cina: la notizia gela anche l’Italia, cosa succede

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23 Ottobre 2025

Cosa c’entra il Gruppo Stellantis con il paese asiatico? Svelato l’arcano.

Nel contesto di un mercato automobilistico globale in rapida trasformazione, le recenti dichiarazioni di Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis, hanno acceso un vivace dibattito sulle prospettive future del gruppo italo-francese. La sua previsione sulla possibile acquisizione di Stellantis da parte di un gruppo cinese riflette le tensioni industriali e strategiche che attraversano il settore, soprattutto in relazione alla competizione globale e alla transizione energetica.

L’ex CEO di Stellantis, Carlos Tavares, attualmente impegnato tra il Portogallo nella sua passione per le corse automobilistiche e la produzione agricola di vino Porto e olive, ha rilasciato un’intervista al settimanale francese Le Point in cui ha delineato uno scenario di crisi per il Gruppo, oggi sotto la guida di Antonio Filosa. Tavares ha sottolineato che, qualora la situazione dovesse peggiorare, Stellantis potrebbe finire sotto il controllo cinese. La previsione nasce da un’analisi critica delle difficoltà industriali e strategiche che la società sta affrontando, in particolare dopo la fusione tra FCA e PSA, che ha visto un netto predominio francese nella governance.

Secondo l’ex manager, la combinazione di problemi come i warning sui profitti, la performance del brand Jeep e i rapporti difficili con sindacati e politica, sta compromettendo la stabilità del gruppo. La sua esperienza di guida, iniziata con un impulso deciso verso l’elettrificazione e una politica di riduzione delle emissioni, si è scontrata con le scelte di chi ha preferito un approccio più graduale. Tavares ha criticato l’impostazione attuale, evidenziando come semplicemente puntare sull’elettrico non basti se non si rafforzano le competenze, la logistica e le filiere produttive europee.

Competizione globale e rischio di delocalizzazione 

Nel corso dell’intervista, l’ex CEO ha espresso una posizione netta sui dazi e le misure protezionistiche. Ritiene che i dazi anti-cinesi siano “una toppa su una gamba di legno”, sostenendo che la Cina potrebbe comunque produrre in Europa, con costi locali, e di fatto trasformare l’industria europea in un’estensione della propria. Questa dinamica, secondo Tavares, rappresenta un rischio concreto per la sopravvivenza di gruppi come Stellantis.

Il costo di produzione in Europa resta sensibilmente più alto rispetto alla Cina, e ciò rende la competizione nel segmento delle auto elettriche ancora più ardua per i produttori europei. La necessità di un sistema industriale efficiente e competitivo, capace di sostenere la transizione energetica, è al centro della sua analisi. Tavares mette in guardia sull’eventualità che, senza un cambio di rotta, aziende storiche del settore possano perdere terreno o finire in mani straniere.

Automobili vendita Cina
Cina e Stellantis, la verità – www.GP.Kingdom.it

Il divorzio tra Tavares e Stellantis, avvenuto a dicembre 2024, è stato definito dallo stesso ex CEO come frutto di un “disaccordo strategico” con John Elkann, presidente del gruppo. La divergenza principale riguardava i tempi della transizione verso l’elettrico: mentre Tavares spingeva per un’accelerazione, Elkann e altri preferivano un approccio più cauto, in linea con la prudenza mostrata da altri competitor.

Oltre alle dinamiche interne al gruppo, Tavares ha rivolto una critica severa all’Unione Europea, ritenendo che alcune scelte politiche e regolamentari abbiano indebolito la competitività industriale del Vecchio Continente. Secondo lui, l’UE deve concentrarsi sul rafforzamento di industrie strategiche e su politiche fiscali ed energetiche più competitive a livello globale. Senza questi cambiamenti, Francia e Europa rischiano di perdere terreno rispetto a Stati Uniti e Cina, diventando dipendenti dalle strategie di altri attori globali.

Le parole di Tavares riflettono una visione che mette in luce le tensioni tra innovazione, politica industriale e competizione internazionale, offrendo spunti di riflessione sulla necessità di un ripensamento strategico per garantire il futuro di uno dei principali gruppi automobilistici mondiali.

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