L’indiscrezione di Roberto Chinchero: la Formula 1 potrebbe vedere l’ennesima novità del 2026
Il prossimo 2026 potrebbe non essere, come sappiamo, solo l’anno della grande rivoluzione tecnica. In parallelo ai nuovi regolamenti che trasformeranno monoposto e power unit, la Formula 1 sta valutando un cambiamento altrettanto pesante sul piano sportivo: introdurre due soste obbligatorie in ogni gara.
Una proposta sostenuta da Liberty Media e appoggiata da alcuni team, nata da un’esigenza chiara: eliminare le fasi di gestione esasperata delle gomme e tornare a gare in cui i piloti possano spingere sempre al massimo.
Perché si parla di doppio pit stop?
La situazione attuale è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi weekend la strategia vincente è quasi sempre stata a singola sosta. Le squadre preferiscono ridurre i rischi, usare simulazioni ultra precise e impostare la gara su ritmi controllati, preservando gomme e temperature.
Un approccio logico per chi cerca il risultato, meno attraente per chi guarda lo spettacolo: spesso i piloti girano su tempi “target” e la gara si trasforma in una lunga gestione più che in una lotta ruota a ruota.
Il precedente di Losail 2023 è rimasto impresso: con un limite imposto al numero di giri per set di gomme, i piloti hanno potuto spingere senza pensieri. La Formula 1 vuole replicare quella sensazione.
Le idee sul tavolo
Nella prossima riunione della Formula 1 Commission verranno valutate tre possibili direzioni.
Una punta sull’obbligo di utilizzare tutte e tre le mescole disponibili nel weekend. L’intento sarebbe quello di introdurre un elemento di variabilità “forzata”. In alternativa, si potrebbe semplicemente imporre due pit stop lasciando totale libertà sulla scelta dei compound. Infine, esiste l’ipotesi di un limite massimo di chilometraggio per ogni set, così da impedire stint troppo lunghi.
Tre approcci diversi a un unico obiettivo: rendere il ritmo di gara più aggressivo dall’inizio alla fine.
Opinioni contrastanti nel paddock
Come prevedibile, le squadre sono divise: c’è chi teme che un sistema troppo rigido porti tutte le scelte a convergere verso la stessa strategia, annullando la libertà tattica, mentre altri sostengono che usare tre mescole possa creare interpretazioni diverse da circuito a circuito, soprattutto dove l’usura è un fattore determinante.
La sensazione è che l’opzione preferita dai team sia quella più semplice: due soste obbligatorie senza ulteriori vincoli. Più libertà, più imprevedibilità.
Una F1 che vuole correre… e non gestire. E lo spettacolo esulta
Il 2026 nascerà già come un anno di svolta, con auto più leggere, più veloci in curva e una filosofia tecnica rinnovata. Aggiungere un regolamento sportivo pensato per liberarci dal “trenino” e dai tempi controllati potrebbe imprimere una direzione netta: meno gestione, più battaglia.
Le prossime settimane, dunque, diranno se la Formula 1 è pronta a fare questo passo. Intanto, l’obiettivo è chiaro: riportare il duello in pista al centro dello spettacolo. Ci riusciranno? Parola al tempo. O alla pista…
Foto: Scuderia Ferrari, McLaren, Kick Sauber