Il pilota del Team Fantic si racconta in un video: dalle discriminazioni dovute al suo aspetto fino al trasformare i tatuaggi in un vero marchio personale. Ecco le sue parole
Ci sono storie che restano nascoste per lungo tempo, ma che meritano di essere raccontate: quest’oggi è il turno di Aron Canet. Il pilota numero #44 del campionato di Moto2 ha deciso di rendere pubblica un’esperienza vissuta in prima persona.
Le parole di Aron Canet
Tutto è cominciato da un semplice video postato sui social questa mattina: “Non me ne frega un c***o di ciò che le persone pensano dei miei tatuaggi. Quando vedi tatuaggi e moto ti ricordi di Aron Canet“, commenta in modo scherzoso il pilota valenciano. Tuttavia, dietro un incipit che può apparire divertente c’è un messaggio molto più profondo: quello di andare oltre alle apparenze.
Nel filmato registrato e pubblicato da Canet con Spidi on Track, il diretto interessato afferma: “Quando alcuni Team ti dicono che non puoi stare lì per i tuoi tatuaggi o altre cose… ecco, quel momento per me è stato super difficile perché ero piccolo. Mi ricordo i Team e mi ricordo le persone. Molti hanno cambiato mentalità e mi hanno richiamato dopo.”
“Non era solo una questione di tatuaggi, ma anche di risultati. Ma sicuramente i tatuaggi erano una delle cose. Io sono Aron Canet e sono lo stesso con o senza tatuaggi. Ho vinto gare, sono uno dei migliori piloti nella storia della Moto2 e adesso sono il terzo con più podi in questa categoria. Sono un ragazzo che sorride ogni giorno della sua vita.”
Aron Canet però ne è uscito vincitore, trasformando l’oggetto della discriminazione in un tratto distintivo: “È bello avere i miei tatuaggi sulla mia tuta e sul mio casco. Molti piloti hanno il loro numero, il logo, il colore preferito, l’animale preferito… la mia immagine sono i tatuaggi. Quando vedi tatuaggi e moto ti ricordi di Aron Canet.”
Foto: Aron Canet