Questa vettura è lussuosa ma non teme di sporcarsi le gomme: ecco la Rolls Royce più estrema di sempre.
Tra i costruttori di auto di lusso, il nome Rolls-Royce evoca immediatamente eleganza e raffinatezza, spesso associata a modelli da città o da gran turismo. Tuttavia, pochi sanno che già nel 1981 esisteva una Rolls-Royce da rally pronta a sfidare il deserto più ostile: una Corniche modificata per affrontare la leggendaria gara Parigi-Dakar. Questa preziosa testimonianza di ingegneria e audacia è rimasta a lungo nascosta, ma oggi torna alla ribalta come esempio di come il lusso possa incontrare la resistenza estrema.
Nel 1981, a molti sembrò un’assurdità vedere una Rolls-Royce Corniche schierata tra le 290 vetture alla partenza della gara Parigi-Dakar. La vettura, però, non era affatto una normale Corniche: era stata profondamente trasformata per sopravvivere alle terribili condizioni del Sahara. L’auto, progettata e guidata da Thierry de Montcorgé e Jean-Christophe Pelletier, si presentava rialzata di circa un piede rispetto al modello originale, con pneumatici enormi e un abitacolo alleggerito all’osso.
Sorprendentemente, questa Corniche da rally non era un prodotto ufficiale Rolls-Royce. La casa britannica non aveva mai costruito un modello simile, eppure quella vettura fu protagonista assoluta della corsa, riuscendo a mantenere una posizione di tutto rispetto, fino al 13° posto a metà gara, cambiando radicalmente l’opinione dei concorrenti.
Anima votata ai rally
La trasformazione più significativa riguardava il motore: al posto del tradizionale 6.75 litri Rolls-Royce, sotto il cofano trovava spazio un potente motore Chevrolet V8 da 350 pollici cubici, capace di erogare una potenza di circa 350 cavalli, adeguata per affrontare dune e sabbia profonda. Il telaio e la trasmissione, invece, erano stati sostituiti con componenti di un Toyota HJ45 Land Cruiser, per garantire robustezza e affidabilità. La carrozzeria originale fu in gran parte rifatta in fibra di vetro, conservando solo la celebre calandra e la Flying Lady, simboli indiscussi del marchio.

Thierry de Montcorgé racconta con orgoglio la genesi di questo progetto, nato quasi per caso dopo un pranzo a Bordeaux e alimentato da un mix di passione e spirito d’avventura. Ogni sera, in pieno deserto, il duo si concedeva piccoli piaceri gastronomici come ostriche e champagne, nonostante l’assenza del tradizionale minibar, sacrificato in nome della leggerezza e delle prestazioni.
La guida della Rolls da rally è un’esperienza intensa: il volante rimane leggero e preciso, mentre la sospensione, seppur originale, assorbe con efficacia le asperità del terreno. La trazione integrale, derivata dal Land Cruiser, consente di affrontare dune fino a 30 metri di altezza, mantenendo stabilità e potenza. Tuttavia, i freni risultano quasi inefficaci, richiedendo una guida attenta e consapevole. Thierry ricorda in particolare una tappa nel sud dell’Algeria, un deserto di sabbia bianca e morbida dove la vettura sembrava muoversi con una fluidità sorprendente, un’immagine indelebile che riassume la perfetta sintonia tra uomo e macchina in condizioni estreme.
L’esperienza della Corniche rally del 1981 rappresenta un capitolo finora unico nella storia di Rolls-Royce, che oggi si riaffaccia nel segmento off-road con il suo SUV di lusso Cullinan. La domanda che sorge spontanea, soprattutto dopo il riscoperto fascino per la Corniche da rally, è se la casa britannica non debba considerare un ritorno ufficiale alle competizioni estreme come la Dakar, magari mantenendo intatto quel perfetto equilibrio tra comfort e prestazioni. In attesa di nuovi sviluppi, la storia di quella Corniche ribelle rimane un esempio straordinario di come la passione e l’innovazione possano spingere un marchio iconico al di fuori dei suoi confini tradizionali, trasformandolo in un vero e proprio mito del motorsport.