Per otto anni la Formula 1 non ha visto un pilota brasiliano a Interlagos. Gabriel Bortoleto interrompe l’assenza e riaccende il legame con il GP di casa
Quando Gabriel Bortoleto si schiererà sulla griglia di partenza a Interlagos, il pubblico brasiliano potrà finalmente tornare a vedere un proprio connazionale correre tra le curve del tracciato. Non accadeva dal Gran Premio del Brasile 2017, l’ultima gara di Felipe Massa davanti ai suoi tifosi. Otto anni senza un pilota nazionale al via del GP di casa: un’assenza anomala per un Paese che, per decenni, ha rappresentato una delle colonne portanti della Formula 1.
Un’eredità pesante
Per oltre quarant’anni il Brasile è stato sinonimo di velocità. Dalla prima vittoria di Emerson Fittipaldi nel 1970 fino al ritiro di Massa nel 2017, la nazione verdeoro ha consegnato alla massima categoria 22 piloti, 99 vittorie e 8 titoli mondiali. Da Piquet a Senna, da Barrichello a Massa, i brasiliani sono stati una costante in griglia e un punto di riferimento tecnico e culturale.
Dopo Massa, la Formula 1 non ha più accolto un pilota brasiliano tra i titolari. Dal 2018 al 2024 il Gran Premio del Brasile si è corso senza un rappresentante di casa in pista, cosa che non accadeva dal 1970. Per dovere di cronaca, nel 2020, dopo l’incidente di Romain Grosjean, a prenderne il posto fu Pietro Fittipaldi per due gare — una a Sakhir e una ad Abu Dhabi. Una parentesi ufficiale, ma episodica, che non interruppe il vuoto strutturale: il Brasile era fuori dai giochi della Formula 1 a pieno titolo.
Il distacco non è stato improvviso, ma figlio di una progressiva crisi interna. Dopo anni di abbondanza, il motorsport brasiliano ha visto ridursi il proprio sostegno economico, anche a causa dell’allontanamento di sponsor storici — pubblici e privati — che per decenni avevano sostenuto i talenti nazionali. La crisi economica del Paese ha aggravato ulteriormente la situazione, influenzando molti aspetti della vita quotidiana e rendendo più difficile per i giovani piloti sostenere i costi necessari per emergere in Europa.
In un contesto sempre più globalizzato, dove solo venti sedili vengono contesi da piloti provenienti da tutto il mondo e dove le academy dei top team selezionano in base a criteri tecnici ma anche commerciali, il Brasile ha progressivamente smarrito la propria influenza nel mondo delle corse. L’assenza di un pilota titolare in Formula 1 è il riflesso di un sistema che, dopo aver dominato per decenni la categoria, ha faticato ad adattarsi alla nuova dimensione del motorsport contemporaneo.
Bortoleto e la nuova via
In questo senso, Gabriel Bortoleto rappresenta una svolta metodologica nel modo in cui un pilota brasiliano si inserisce nel mondo della Formula 1. Il classe 2004 si è formato in Europa fin dall’adolescenza, entrando a far parte del McLaren Young Driver Programme. Ha vinto la Formula 3 nel 2023 e la Formula 2 nel 2024, prima di ottenere il meritato salto in Formula 1 con Sauber. Il suo percorso non si fonda più sul sistema brasiliano, ma su una filiera internazionale. Bortoleto rappresenta quindi un ritorno in chiave moderna del Brasile in F1: senza più la struttura nazionale alle spalle, ma con la stessa ambizione di sempre.
Otto anni senza un pilota di casa al via del Gran Premio del Brasile hanno lasciato un vuoto non solo sportivo, ma anche identitario. A Interlagos, circuito simbolo per eccellenza del motorsport brasiliano, il ritorno di un pilota nazionale in griglia restituisce equilibrio a una tradizione che rischiava di perdersi definitivamente. Per la prima volta dal 2017, il Brasile tornerà a correre davvero sul proprio asfalto.
Foto: Stake F1 Team KICK Sauber, F1, Gabriel Bortoleto