EDITORIALE – Da un lunedì di festa alle polemiche: l’errore di comunicazione dietro alle parole di John Elkann
Mi ci è voluto del tempo per pensare al titolo di questo editoriale, salvo poi chiedermi: “Perché?”. Questa è, probabilmente, l’unica domanda sensata di fronte a quanto detto da John Elkann: siamo certi che il Presidente abbia le sue ragioni personali per esprimere il proprio disappunto, ma il tempismo è incredibilmente sbagliato (e contro ogni regola di base della comunicazione).
Partiamo dalla domanda del giornalista: “Sul weekend della Ferrari cosa ci può dire?”. Nulla che alluda a polemiche o altro. Anzi, questo weekend la Rossa è diventata campione del mondo nell’Endurance, un traguardo che mancava da più di mezzo secolo. Dovrebbe dunque essere un lunedì di festa, di gioia: certo, in Formula 1 la sfortuna ha avuto il sopravvento, ma di fronte a un titolo mondiale tutto viene in secondo piano.
E invece, da un assist per celebrare la vittoria, ne è venuto fuori un clamoroso autogol: un attacco frontale, diretto a Leclerc e Hamilton (anche se, vien da pensare, principalmente rivolto al secondo), senza alcuna logica di fondo.
Ora, è banale dire che la Rossa, lato Formula 1, non sia nel suo periodo più florido. Proprio per questo motivo, però, ci si aspetta che un capo d’azienda faccia gruppo e gestisca la situazione: d’altronde, si sa, “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Pubblicamente, invece, si celebra una Ferrari 499P che in tre anni è già storia del motorsport e che, tra vent’anni, sarà ricordata come una leggenda al pari della Lancia Stratos o della McLaren MP4/4.
Si tratta poi di un affronto fuori luogo, sbagliato, ingiusto: tutti gli aggettivi sono validi per descrivere frasi come “i meccanici e gli ingegneri ok, il resto non è all’altezza” o “È importante che i nostri piloti si concentrino a guidare e parlino meno”.
Ma all’altezza di chi? Di una Ferrari che non vince in Formula 1 da quasi 20 anni?
Puntare il dito nelle sconfitte è già di per sé sbagliato; se poi il dito è puntato verso le persone sbagliate (Charles Leclerc su tutti), è ancora più folle. E se, consapevolmente, lo fai in un momento che rischia di oscurare la vittoria del team Hypercar, è un harakiri degno di entrare nella storia — purtroppo dalla parte sbagliata.
Così, da un lunedì che doveva essere anche per noi ricco di contenuti sulla vittoria del WEC, ci troviamo a parlare di dichiarazioni che fanno soltanto il male dell’azienda, dei piloti, dei tifosi, di tutti.
Nessuno vuole dare lezioni imprenditoriali a John Elkann, ci mancherebbe altro. Ma oggi, forse, i toni potevano essere ben diversi. Molto, ma molto diversi.
Con rispetto per tutte le opinioni e le scelte del team e della dirigenza, resta il rammarico per un tempismo poco felice.
Foto: Scuderia Ferrari HP, Wikipedia