La nobile decaduta Ferrari fallisce anche nelle dichiarazioni dei suoi vertici

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10 Novembre 2025

Le dichiarazioni di John Elkann, all’indomani della disastrosa gara della Ferrari, appaiono alquanto fuori luogo.

Le stridenti dichiarazioni di John Elkann non possono che chiosare sulla stagione Ferrari o meglio, sugli ultimi quindici anni che hanno inabissato decisamente il vero significato di Cavallino Rampante e l’idea di primeggiare, non solo come marchio ma in pista, arrivando per primi al traguardo. Un ossimoro stridente che, nella sua vicinanza ai luoghi comuni (che non dovrebbero appartenere ad un presidente di tale caratura) fa il paio con la lontananza della dirigenza stessa nei confronti del comparto Formula 1, più volte abbandonato al suo tragicomico destino e alle scuse scoperchiate come quasi vasi di Pandora oggettivamente finti.

La nobile decaduta Ferrari fallisce anche nelle dichiarazioni dei suoi vertici
La nobile decaduta Ferrari fallisce anche nelle dichiarazioni dei suoi vertici

Una dichiarazione, quella del numero uno della Ferrari, totalmente inconsistente e priva di fondamenti tecnici per poter pensare di affibbiare alla corte la colpevolezza dei piloti, ultimi per responsabilità nel disastro che la Scuderia di Maranello si porta avanti da tempo. Quel disastro che, come in ogni fallimento che si rispetti, parte dall’alto e da quella mancanza di comunicazione che, per forza di cose, non può generare positività nel lavoro e concetti mai visti prima, un po’ come accade in tutti i team da almeno vent’anni a questa parte. Red Bull, Mercedes e, ora, anche McLaren hanno scoperto e riscoperto il sapore del successo scegliendo progetti rischiosi, e allo stesso tempo, lavorando concettualmente su aerodinamica e meccanica con l’appoggio costante dei vertici, cosa che alla Ferrari manca da un bel pezzo.

Una guida che, possa, in qualche modo, risaltare l’importanza di uno dei marchi più famosi al mondo evitando frasi ad effetto che stonano con l’apporto che i piloti stanno dando in questa stagione, menzione speciale per il sempre sfortunato Charles Leclerc. Bisogna che i vertici parlino di più e siano presenti di più nella progettazione, realizzazione e scelta di quel comparto che andrà a lavorare costantemente sulla nuova Ferrari, basandosi su fondamenti tecnici senza sposare paroloni e annunci che servono ad ammiccare quella parte di popolo che crede ancora nell’impossibile.

Il digiuno di vittorie è ormai laconico, si trascina nel tempo in modo circolare, seguendo un copione che si ripete stagione dopo stagione, nonostante i migliori piloti siano passati all’interno di quel mondo rosso che, ultimamente, fagocita facendo perdere anche quella voglia di primeggiare, un po’ come sta accadendo allo sconfortato Lewis Hamilton. Se la Ferrari non ingrana e non vince non è certo per le “chiacchiere” dei piloti o per le loro critiche ma per una serie di fattori che, nel corso degli anni, stanno relegando la Scuderia di Maranello ad un ruolo di nobile decaduta, protagonista di figuracce e di stagioni (come questa) senza vittorie.

Charles Leclerc prima della partenza del GP del Brasile, sfortunata gara per il monegasco
Charles Leclerc prima della partenza del GP del Brasile, sfortunata gara per il monegasco

Le chiacchiere, come si direbbe in strada, stanno a zero e non è certo l’annuncio che si vuole rivolgere ai piloti ma ai vertici di un’impalcatura che naufraga da tutte le parti vista la mancanza di fondamenta solide su cui poggiare presente e futuro. Resta solo quel passato da cui non si può tornare indietro e le stridenti dichiarazioni di poco sa e tanto parla.

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Alessio Evangelista

Mi chiamo Alessio Evangelista, nato a Pescara il 17/10/1996.

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