L’Unione Europea ha dato il via libera a una importante cessione di un’azienda italiana. La notizia con protagonista Stellantis era stata confermata mesi fa e oggi è diventata ufficiale. Tutti i dettagli in merito.
Stellantis è il grande gruppo automobilistico fondato nel gennaio del 2021 dalla fusione avvenuta tra Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo PSA Peugeot-Citroen. Alla presidenza del gruppo c’è John Elkann. Fanno parte di Stellantis 14 importanti aziende operanti nel settore dell’automotive. Fra esse, citiamo Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Maserati, Peugeot, Citroen.
Le vendite in Italia e a livello globale di Stellantis nel corso degli ultimi mesi non hanno rispettato le aspettative, nonostante il gruppo sia il quarto costruttore al mondo per nuovi modelli immatricolati ogni anno. Il nuovo CEO Antonio Filosa sta, però, portando avanti una nuova strategia per migliorare la situazione e aumentare le vendite di Stellantis già a partire dai primi mesi del prossimo anno.
In questo testo non vogliamo parlare in generale di questo argomento, bensì informare i nostri lettori di una nuova importante cessione messa in atto nel corso dell’ultimo periodo. Ci riferiamo alla cessione da parte di Stellantis della divisione dei veicoli commerciali Iveco agli indiani di Tata Motors. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito. Non mancano le proteste dei sindacati.
Iveco ceduta a Tata Motors: c’è l’ufficialità dell’UE
La cessione della divisione dei veicoli commerciali Iveco a Tata Motors è avvenuta all’inizio di luglio di quest’anno. Nonostante ciò, è presente ancora una partnership tra Stellantis Pro One e Iveco per la produzione di due furgoni elettrici da vendere nel Vecchio Continente. Nelle ultime ore la Commissione dell’Unione Europea ha approvato e ufficializzato l’acquisizione del controllo esclusivo di Iveco da parte del gruppo indiano.
La produzione e la fornitura di veicoli commerciali e di componenti per autoveicoli non è più italiana. Una nuova cessione che ha scatenato la reazione dei sindacati.
Queste le parole colme di preoccupazione enunciate a tal proposito da Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil: “Prima il governo italiano la settimana scorsa e ora l’UE approvano questa operazione senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e quindi senza porsi minimamente il tema della tenuta produttiva e occupazionale. Tutto questo è inaccettabile ed evidenzia un’attenzione delle istituzioni esclusivamente verso gli interessi economici e finanziari dei grandi gruppi industriale del nostro Paese. Il governo deve convocare urgentemente tutte le parti in causa“.