Dentro il 2025 della Ferrari: i numeri di una stagione da dimenticare

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Scritto da Marco De Gaspari

9 Dicembre 2025

Con Abu Dhabi si è chiuso il 2025 della Ferrari, una delle stagioni più complesse e difficoltose per il Cavallino Rampante

Con il Gran Premio di Abu Dhabi cala definitivamente il sipario sul Mondiale 2025 di Formula 1, un campionato che ha vissuto la consacrazione di Lando Norris come nuovo campione del mondo e allo stesso tempo la caduta fragorosa di un progetto – quello Ferrari – nato con ambizioni altissime e concluso come una delle stagioni più deludenti dell’ultimo decennio. Per la scuderia di Maranello, il 2025 doveva essere l’anno del riscatto, dopo il 2024 chiuso da vicecampione costruttori. Invece, si è trasformato presto in una delle annate più interlocutorie dell’ultimo periodo, caratterizzata da un’inconsistenza di risultati difficile da giustificare.

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Zero vittorie nel 2025

Per la prima volta dal 2021, la Ferrari conclude un campionato senza vittorie. Un dato pesante, soprattutto considerando che nel 2024 la Rossa era rimasta aggrappata al sogno iridato fino all’ultima gara di Abu Dhabi, poi vinto dalla McLaren. La sola vittoria di Hamilton nella Sprint di Shanghai non può essere considerata una consolazione, in una stagione che ha mostrato sin da subito una tendenza discendente.

La SF-25, presentata con grandi ambizioni e sostenuta dall’arrivo in squadra del sette volte campione del mondo, si è rivelata una monoposto difficile da comprendere e ancor più complessa da sviluppare. L’apertura a Melbourne era stata da allarme rosso: Leclerc ottavo, Hamilton decimo, peggior debutto stagionale dal 2009. Ma più ancora dei risultati, ciò che ha pesato è stata la sensazione diffusa che in Ferrari si fossero resi conto molto presto dei limiti strutturali del progetto.

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Da lì in avanti, la squadra ha navigato tra centro gruppo e posizioni di vertice, senza mai rappresentare una reale minaccia per la vittoria. La sensazione dominante è stata quella di una stagnazione totale: stessi problemi, stessi pattern di gara, stessi risultati. Il quarto posto nel Mondiale Costruttori e i 398 punti complessivi raccontano chiaramente l’andamento della stagione, soprattutto se confrontati con la passata stagione, chiusa con 652 punti e segnali più incoraggianti dal punto di vista sportivo.

A peggiorare il quadro si aggiungono i due doppi ritiri in gara, a Zandvoort e Interlagos, dove incidenti in pista hanno vanificato ogni possibilità di risultato. Il totale dei doppi ritiri raggiunge tre se si considera anche la doppia squalifica a Shanghai, inflitta per l’eccessiva usura del fondo della SF-25. Un evento storico: non si registrava una sequenza simile dal 1996, quando Schumacher e Irvine collezionarono tre doppi ritiri consecutivi.

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I numeri di Hamilton e Leclerc

L’arrivo di Hamilton aveva acceso entusiasmo e aspettative, non soltanto per il valore del pilota, ma per l’esperienza che avrebbe potuto trasferire al progetto. Ma lo stesso Hamilton, nel tracciare il bilancio dell’annata, ha ammesso che il 2025 è stato probabilmente l’anno più difficile della sua carriera. Il sesto posto nel Mondiale con 156 punti e la mancanza assoluta di podi  — un evento inedito nei suoi diciannove anni in Formula 1 — fotografano perfettamente le difficoltà incontrate nel corso della stagione.

L’adattamento al nuovo ambiente, dopo oltre un decennio in Mercedes, non è stato semplice. Tuttavia, va detto che il contesto tecnico non ha aiutato, con Hamilton che è spesso finito nel turbinio di problemi della Ferrari senza colpe particolari. Al di là dei risultati in pista, le maggiori preoccupazioni arrivano però dalle qualifiche, un terreno dove Hamilton ha faticato più del previsto. Il confronto con Leclerc è netto: il britannico ha prevalso solo in cinque occasioni (Shanghai, Barcellona, Montreal, Silverstone e Singapore), contro le diciannove del monegasco. Gli esempi più lampanti arrivano proprio in concomitanza delle ultime gare in calendario: tra Las Vegas e Abu Dhabi, Hamilton non è mai andato oltre il Q1.

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Leclerc, dal canto suo, ha fatto il possibile – spesso oltre il potenziale della vettura – per mantenere la Ferrari a galla. Tutti e sette i podi della squadra portano la sua firma: Arabia Saudita, Monaco, Spagna, Austria, Belgio, Stati Uniti e Messico. Così come l’unica pole position dell’anno, conquistata inaspettatamente in Ungheria. Numeri che testimoniano un rendimento superiore al compagno di squadra, ma inseriti in un contesto in cui anche il monegasco ha sofferto la mancanza di continuità.

Pur restando competitivo nel giro secco, Leclerc ha vissuto fasi complicate in gara, complice una vettura poco prevedibile e alcune decisioni strategiche non sempre efficaci. Il suo quinto posto finale con 242 punti rispecchia alla perfezione la natura disfunzionale della stagione Ferrari.

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I risultati della stagione

I pochi weekend realmente positivi sono rimasti episodi isolati. Monaco e Messico, con Leclerc secondo in entrambe le occasioni e Hamilton rispettivamente quinto e ottavo, rappresentano i picchi più significativi, a cui si aggiungono anche i Gran Premi di Austria e Austin, dove le Ferrari si sono posizionate in terza e quarta posizione in entrambe le volte.

Per il resto, il campionato è stato scandito da prestazioni altalenanti, aggravate di tanto di tanto da ricadute pesanti. Alla deludente apertura di Melbourne e ai doppi ritiri già citati si sono aggiunti fine settimana difficili come quelli di Miami, chiuso con un settimo e un ottavo posto, oltre alle prove opache di Budapest e Baku. L’ultimo capitolo amaro è arrivato in Qatar, dove nel peggior weekend della stagione la Ferrari ha terminato la gara all’ottavo e al dodicesimo posto.

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Lo specchio più evidente dei problemi affrontati dalla Ferrari nell’ultimo anno può essere riassunto in due statistiche tanto semplici quanto eloquenti. Secondo i dati di Pitwall, la media delle qualifiche di Leclerc e Hamilton è all’incirca all’altezza della settima posizione, mentre i risultati in gara non hanno offerto miglioramenti significativi, portando il piazzamento medio a circa la sesta posizione.

Il 2026 è l’anno della verità

Riprendendo le parole di Leclerc, il prossimo anno rappresenta un crocevia fondamentale per la Ferrari. Il cambio regolamentare offrirà a tutte le squadre un punto di ripartenza, e adottare una filosofia di sviluppo completamente differente. È un’opportunità che Maranello non può permettersi di sprecare. Il 2026 definirà non solo la traiettoria futura del team, ma anche quella dei suoi piloti.

Per Hamilton, sarà la stagione in cui capire se esistono ancora margini per competere ai massimi livelli. Per Leclerc, sarà un anno cruciale anche sul piano contrattuale, viste le continue voci che lo vorrebbero nel 2027 alla guida dell’Aston Martin.

Il 2025 resterà un anno da dimenticare, reso ancor più amaro dalle grandi aspettative che lo avevano preceduto. Ora la Ferrari deve chiudere questa parentesi e concentrare ogni energia sul 2026. La speranza, per il Cavallino e per i suoi tifosi, è che la prossima stagione possa finalmente riportare quelle soddisfazioni che mancano ormai da troppo tempo.

Foto: Scuderia Ferrari HP

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Marco De Gaspari

Meolo, Venezia. Classe 2005. Appassionato di sport, scrivo per GPKingdom dal 2024.

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