Acqua e inganni, il Gran Premio del Brasile 1982 che riscrisse la Formula 1

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Scritto da Letizia Ganci

15 Dicembre 2025

Il Gran Premio del Brasile del 1982 aprì le porte ad una Formula 1 segnata da rivolte dei piloti, vittorie al tavolino e strategie tecniche al limite dividendo la categoria regina tra libertà tecnica da una parte, Balestre e la FISA dall’altra.

Il 1982 non fu una semplice stagione di Formula 1, bensì una guerra fredda, combattuta tra il rumore dei box e il silenzio delle uffici blindati, tra le questioni politiche e quelle tecniche, piuttosto che tra le curve della pista: da una parte, i piloti stavano cercando di far sentire la loro voce per rivendicare i propri diritti; dall’altra, invece, erano le squadre a battagliare una lotta in quelle zone grigie del regolamento. Tra la furbizia e la pura ingegneria, i tecnici cercavano di trovare intuizioni che permettessero ai loro piloti di avere un asso nella manica per ottenere un vantaggio in pista.

Emblematico è stato il caso dell’edizione del Gran Premio del Brasile di quell’anno che si tenne al Circuito di Jacarepaguá, a sud di Rio de Janeiro. E così – dopo essere andato in archivio il primo weekend di gara che si disputò sullo sfondo del Circuito di Kyalami – la Formula 1 sbarcò a casa di Nelson Piquet per il secondo appuntamento dell’anno in un clima decisamente carico di tensioni.

Dopo il prologo in Sudafrica, i piloti – uniti nella GPDA presieduta allora da Niki Lauda e Didier Pironi – avevano aderito ad uno sciopero nel corso di prove libere con l’obiettivo di prendere posizione contro l’articolo 58 del regolamento FISA (Fédération Internationale du Sport Automobile) che, li obbligava a non fare causa agli organizzatori dei gran premi, vincolandoli anche ai contratti con le scuderie, imponendo l’obbligo di rispettare tutte le regole e non ledere l’immagine della F1.

Gran Premio del Brasile 1982, Alain Prost su Renault vince la gara dopo la squalifica di Piquet e Rosberg.
Gran Premio del Brasile 1982, Alain Prost su Renault vince la gara dopo la squalifica di Piquet e Rosberg.

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Ad alimentare ancora la scintilla che era scattata nel gennaio dell’82, fu l’esito del Gran Premio del Brasile, vinto inizialmente dall’eroe di casa, Nelson Piquet in Brabham con Keke Rosberg in Williams sul podio, alle spalle del brasiliano; tuttavia, Ferrari e Renault non furono affatto d’accordo con l’esito e gridarono all’illegalità delle vetture di fabbricazione inglese.

Per i due Costruttori, infatti, le squadre avevano approfittato dei punti oscuri del regolamento trovando la possibilità di introdurre dei serbatoi d’acqua nelle loro monoposto che venivano svuotati durante la gara e ripristinati prima che avvenisse la pesatura prevista al termine delle gare riuscendo così a rientrare entro il limite del peso minimo di 580 kg previsto dalla Federazione e sfruttando la leggerezza della vettura in gara – migliorando accelerazione, frenata e gestione delle curve, un vantaggio che li aiutava nel confronto con le vetture turbo di casa italiana e francese.

La decisione della controversia non arrivò immediatamente, ma solo alla vigilia del Gran Premio di San Marino, quarto round di quella stagione. La FISA dichiarò inammissibile la configurazione del fronte inglese, squalificando i due piloti sul podio e assegnando la vittoria al francese Alain Prost in Renault; una decisione che portò ulteriori tensioni in vista dell’appuntamento all’Autodromo di Imola. Le scuderie appartenenti alla FOCA (Formula One Constructors’ Association), guidate da Bernie Ecclestone, minacciarono di non partecipare al weekend del Gran Premio nella Motor Valley, in segno di protesta per far sentire la propria voce contro le decisioni della FISA.

Fu l’inizio di una crisi politica senza precedenti in Formula 1, caratterizzata da forti tensioni tra Jean-Marie Balestre, presidente della Federazione e i team della categoria regina; ma, più in profondità, segnò l’avvio della frattura tra regolamentazione e libertà tecnica. La vicenda si concluse con l’eliminazione dei serbatoi d’acqua e la revisione dei progetti delle vetture, costringendo soprattutto i team battenti l’Union Jack a ricercare il vantaggio competitivo attraverso l’aerodinamica e la gestione del carburante.

Foto: Pinterest.

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25 giri attorno al sole, laureata in Comunicazione e da sempre appassionata di motorsport e scrittura. Dal 2024, parte della redazione di GPKingdom.
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