Aston Martin ora è un caso: dal paradiso al baratro

di Walter Izzo

Dopo un inizio di stagione super e una macchina definita “belva” da Fernando Alonso, Aston Martin frena ancora, ed esce dal Giappone con soli 4 punti. Aston è ora veramente un caso?

Sono passati poco più di sei mesi dal primo gp di questa stagione, un non indimenticabile gran premio del Bahrain, quando Fernando Alonso metteva realmente paura a Mercedes e Ferrari, concludendo sul podio. Il terzo posto dell’asturiano è stato l’input per una stagione tutta da vivere per Aston Martin, a caccia di riscatto dopo due traballanti annate. L’addio di Sebastian Vettel e l’ingresso in scena di Alonso ha dato ulteriore fame, linfa ed esperienza al team di Lawrence Stroll, confermando la voglia di investire in campionissimi volenterosi di firmare altri record. L’inizio di stagione delle frecce verdi si è targato di podi, ottime qualifiche e soprattutto tanta velocità.

L'Aston Martin AMR23 in azione nei test del Bahrain
L’Aston Martin AMR23 in azione nei test del Bahrain

E se dopo 8 gare Fernando contava 6 podi, dall’Austria in poi si è intravisto un lento ma vertiginoso declino, con lo spagnolo a podio solo una volta (Olanda) nei successivi 8 appuntamenti. E se Alonso cerca (e ottiene) sempre il massimo da una vettura che fatica da morire in qualifica e non tiene il passo delle altre in gara, Lance vive ormai un periodo di grande difficoltà, più psicologiche probabilmente che prestazionali. Prima l’infortunio e poi i numerosi ritiri hanno ormai scacciato sempre più in fondo la sua verde numero 18, assente sempre di più in griglia…

I motivi del calo

Al termine del gp di Ungheria, Alonso si lasciò andare contro Pirelli e FIA, non solo contestando un cambio di rotta improvviso sul tema delle nuove gomme, ma le decisioni della Federazione. Quest’ultima sarebbe infatti colpevole di aver spostato gli equilibri a campionato in corso, con le nuove direttive tecniche e aver allungato i distacchi tra team. Le accuse di Fernando sono sin da subito apparse relative persino a Mike Krack, team principal che ha fatto mea culpa sul calo Aston, ancora con tanti nodi da sciogliere. Sarà il Budget Cap, sarà la crescita delle rivali e il nuovo avversario Mclaren, sarà la mancanza di aggiornamenti concreti dal Canada in poi, ma il futuro di Aston Martin non è sicuramente roseo in merito al finale di questa stagione.

E il dato più clamoroso è quello emerso nel paragone tra la AMR23 e la AMR22, in cui la verde di Vettel concludeva un decimo più veloce la qualifica a Suzuka. Un dato catastrofico considerando che quella macchina non è mai salita sul podio, ma soprattutto perché era ben 2.5 secondi più lenta della AMR23 a Sakhir. Questo la dice lunga sulla caduta di una macchina indecifrabile e forse incomprensibile anche al team stesso. Un mistero che forse non sarà mai risolto, ma che resterà a lungo nei ricordi di Krack e i suoi.

Foto: Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team

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