Si conclude l’avventura di Helmut Marko in Red Bull: il dirigente di Graz, all’età di 82 anni, ha deciso di lasciare la casa austriaca
Helmut Marko via da Red Bull. E’ terminata nella giornata di domenica l’esperienza nel mondo Red Bull, e presumibilmente nel mondo delle corse, del dottor Marko, illustre rappresentante e dirigente della casa di Milton Keynes.
All’età di 82 anni infatti, Helmut ha deciso di dire stop alla propria vita nel mondo del circus, lasciando Red Bull al netto di un “bilancio” straordinario: 8 titoli piloti e 6 titoli Costruttori all’attivo, distribuiti equamente tra Sebastian Vettel e Max Verstappen.
Oltre ai trionfi, tantissimi, Marko può ritenersi enormemente soddisfatto nell’aver da sempre incentivato la crescita dei propri piloti del vivaio Red Bull, portando in F1 non solo Verstappen (Vettel infatti debuttò con BMW Sauber), ma anche Ricciardo, Gasly, Albon, Kvyat, fino a Tsunoda, Lawson e Hadjar.
20 anni, 417 GP e tante vittorie: cosa lascia Helmut Marko
La storia di Helmut Marko in Red Bull è certamente costellata da enormi successi: in soli 20 anni ben 14 Mondiali, 417 GP visti disputare dalle “sue” Red Bull (di cui è stato praticamente un padre fondatore) e centinaia di podi e vittorie.
Malgrado spesse volte, giustamente anche probabilmente, sia stato criticato per la gestione dei secondi piloti (Gasly, Albon, Tsunoda e Lawson esempi raggianti), è indubbio che Red Bull perderà nel 2026 una pedina chiave del proprio scacchiere, nonché suo consigliere ufficiale.
Il dirigente ha voluto talvolta precisare i motivi dell’addio a Red Bull al podcast austriaco ORF: “Abbiamo avuto una stagione difficile quest’anno. E’ stata particolarmente tortuosa nella parte centrale, eravamo indietro di 104 punti in Olanda rispetto alle McLaren. Poi abbiamo iniziato una rimonta che è stata sicuramente unica. Ma sfortunatamente non ha funzionato all’ultima gara. Abbiamo perso il campionato per 2 punti“.
Poi sul quando è stata presa la decisione: “Sebbene questa rimonta sia stata unica, la delusione è stata grande e amara. Ci ha colpito in modo duro. Anche dopo la gara, ho sentito che avevamo perso qualcosa. Lunedì sono rimasto a Dubai. E’ stato in quel momento che ho preso la mia decisione. Anche se avessimo vinto, sarebbe stato un buon motivo per lasciare questo lavoro. Ma ora, col senno di poi, anche il fatto di avere perso è un buon punto a favore“.
“Non ne ho parlato con nessuno, ma ho chiamato Oliver Minzlaff, il manager responsabile della Red Bull a Dubai e gli ho chiesto se potevamo incontrarci brevemente. Ci siamo incontrati prima della cena. Abbiamo discusso a lungo se fosse ancora possibile una soluzione parziale. È successo tutto in modo improvvisato. Ma è stato tutto molto amichevole ed è andato molto bene“.
Il ringraziamento a Verstappen
Helmut Marko ha terminato la propria intervista parlando anche di Max Verstappen e dell’indissolubile rapporto che lo lega: “C’era una certa malinconia nell’aria. Ha detto che non avrebbe mai immaginato di raggiungere un tale successo. Ma tutto ha una fine. Gli ho augurato il meglio per il futuro. Ha detto che ci saremmo sicuramente incontrati da qualche parte, qualche volta. Proprio come è successo con Red Bull, tutto si è concluso in ottimi termini“.
“Il legame era sicuramente molto intenso, o forse il più intimo, non saprei dire. Ma era il legame più stretto che avessi mai avuto con un pilota. E la cosa affascinante era che, con il passare degli anni, Max Verstappen diventava sempre più veloce, più maturo, migliore. E ancora oggi non vedo la fine di questo sviluppo, anche se è già il miglior pilota. Era questa la cosa affascinante“.
Il consigliere ha così concluso con ulteriori parole al miele: “Non abbiamo quasi mai avuto divergenze di opinione. Ci sono state alcune sciocchezze, soprattutto all’inizio. Ma più successo otteneva, più il suo approccio diventava semplice. È diventato molto più calmo. Non ha quasi mai avuto momenti di debolezza o scatti d’ira, che ovviamente erano presenti all’inizio. Max è diventato una personalità tale che, nonostante la sua età relativamente giovane, guida una squadra e può guidarla come fa”.
“Se oggi avrei agito in modo diverso in qualche frangente? Col senno di poi, si agisce sempre in modo diverso quando si impara dai propri errori, ma nel complesso è stata la strada giusta da seguire. Ed è sempre stata caratterizzata da una certa spontaneità e disponibilità ad assumersi dei rischi. Ma tutto questo dal punto di vista sportivo“.
Foto: Oracle Red Bull Racing