Tra meno di un mese conosceremo i nomi dei vincitori della 48° edizione del rally più estremo e prestigioso del mondo: ma sai come è cambiato nel corso degli anni?
Dal 3 al 17 gennaio torna il rally più atteso dell’anno: tantissimi piloti si sfideranno per un totale di 8.000 km nel deserto dell’Arabia Saudita. Nonostante il passare degli anni e i cambiamenti che ha subito, questa competizione non è solo una gara di velocità, ma anche di resistenza, adattamento e tenacia. Prima dell’inizio dell’edizione numero 48 andiamo a ripercorrere la storia della Dakar e i principali cambiamenti tecnici che ha subito nel corso del tempo.
La storia della Dakar
Tutto ha inizio nel lontano 1977, quando Thierry Sabine si perse nel deserto del Ténéré durante la Abidjan-Nice. Quell’esperienza, che lo portò a vivere per tre giorni e tre notti senza acqua e cibo, lo ispirò per la creazione di un nuovo rally estremo. La prima edizione della Oasis (ribattezzata poi Parigi-Dakar) si tenne due anni dopo e a trionfare fu il francese Cyril Neveu in sella alla sua Yamaha XT500. In quell’anno la classifica era una unica, senza distinzioni di categorie, ma già dal 1980 vennero divisi i vincitori tra auto, moto e camion, con l’aggiunta di altre categorie nel corso degli anni.
Inizialmente a guidare i piloti c’erano solamente roadbook scritti a mano, bussola e contachilometri, mentre per quanto riguarda l’abbigliamento anche questo era improvvisato: giacca di pelle, jeans e casco aperto era la norma durante i primi anni. Inoltre, gli stessi partecipanti erano responsabili di eventuali sacchi a pelo per dormire nel deserto, ma anche di portare con sé la stessa benzina.
Solamente dagli anni ‘90 vengono introdotte delle tute professionali, resistenti e soprattutto dotate di protezioni. Tuttavia, bisognerà aspettare addirittura il 2021 per l’introduzione e l’obbligo dell’utilizzo dell’airbag elettronico, capace di aprirsi in pochi millisecondi e quindi di salvare molte vite.
Tra le altre innovazioni più importanti non possiamo non menzionare l’arrivo del GPS e del sistema Iritrack. Questi due mezzi permettono all’organizzazione della competizione di poter localizzare ogni pilota in tempo reale, migliorando notevolmente la sicurezza dei concorrenti. In particolare, al giorno d’oggi l’interfaccia dell’Iritrack si compone di 3 pulsanti fondamentali: uno verde a cui corrisponde il significato di “rider ok”, uno blu per comunicare con la direzione e uno rosso in caso di emergenza.
Nel corso degli anni anche il roadbook ha subito diverse evoluzioni fino alla versione digitale attuale che viene consegnata ai piloti 5 minuti prima del via. Al giorno d’oggi manca dunque lo studio preliminare del percorso, comprensivo di eventuali criticità, ma in compenso ogni concorrente parte con le stesse informazioni degli altri e con la sensazione di imprevisto dei primi tempi.
Foto: Daniel Sanders, Dakar Rally