La “pantofola” vincente di Jody Scheckter

di Stefano Zambroni

Siamo nel 1979, anno stupendo per la Ferrari ma che ha poi segnato l’inizio dell’epoca più buia del cavallino.
Mario Andretti vinse, nella stagione 1978, il suo primo ed unico mondiale di Formula 1 grazie all’introduzione del cosiddetto “effetto suolo”, che incollava la sua Lotus a terra, rendendola incredibilmente stabile nelle curve.

Un principio aerodinamico che Mauro Forghieri, leggendario progettista della squadra di Maranello, decise di copiare (o quanto meno di prendere spunto) per creare la Ferrari 312 T4, una vettura tanto veloce quanto spesso schernita dall’opinione pubblica, tanto da definirla, durante il giorno della sua presentazione al pubblico, una “pantofola”.
Esatto: una Ferrari pantofola. Una pantofola che, però, si rivelerà poi una pantofola vincente.

Talmente vincente che, dopo questa leggendaria vettura, ne nacquero ventuno consecutive che non riuscirono mai a trionfare a fine stagione.
Ventuno lunghissimi anni per Ferrari, per i suoi piloti e per i suoi tifosi, che dovettero attendere il nuovo millennio per tornare ad esultare, in quell’altrettanto storica gara che fu Suzuka 2000, dove Michael Schumacher riportò al trionfo il Cavallino dopo un digiuno a dir poco indigesto.

Quello del 1979 fu infatti un campionato dominato dalla brutta ma vincente vettura rossa: soltanto in 3 occasioni mancò il podio, e trionfò in 6 GP sui 13 disputati, quasi il 50%. Un netto dominio che, nemmeno a dirlo, portò sia il mondiale costruttori (con 113 punti, contro il 75 della Williams e i 61 della Ligier-Ford), sia quello piloti, che si concluse con Jody Scheckter davanti a tutti seguito dal giovane talento in rampa di lancio Gilles Villeneueve.

Eppure, per tutti, a inizio anno era soltanto una brutta pantofola…

Foto: alphacoders.com

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