Questa è la storia di Tazio Nuvolari, ”un prodigio insuperato dell’istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi fisiche”
L’anno 1892 sembra così distante da noi tanto che facciamo fatica ad immaginarlo. Eppure è proprio in questo periodo storico che Doyle pubblicò le famose avventure di Sherlock Holmes, venne fondata la squadra del Liverpool e nacque un personaggio pieno di talento, il protagonista di questa storia: Tazio Nuvolari.
Il piccolo Tazio
Il 16 novembre 1892 a Mantova, più precisamente a Castel d’Ario, nacque colui che è entrato nella storia come un grandissimo pilota, sia con le due che con le quattro ruote.
Il piccolo Tazio Nuvolari è sempre stato un ragazzo vivace ma poco incline allo studio: gli piacevano il movimento, lo sport e la dinamicità delle cose.
Il primo approccio ai motori e un incontro degno di nota
Il colpo di fulmine con il mondo dei motori arrivò nel 1904, quando Nuvolari aveva dodici anni e aveva appena assistito alla sua prima corsa automobilistica. Ne era rimasto affascinato.
Suo zio Giuseppe, campione ciclista e idolo del bambino, aveva ben deciso di insegnargli a guidare una motocicletta. Ma questo a Tazio non bastava infatti, a tredici anni, accese di nascosto la macchina del padre e la guidò. Di notte, senza esperienza né patente di guida.
Gli anni passarono e l’Italia entrò in guerra.
Tazio Nuvolari durante la prima guerra mondiale si rese utile per quel che poteva: guidava ambulanze, camion e vetture. È in questo periodo della sua vita che, dopo un fuori strada, un ufficiale lo intimò di abbandonare la sua passione per i motori perché ‘non fa per lui’. Lo disse proprio a Nuvolari. A un pilota che, nel 1925, successivamente a un grave incidente, risalì in macchina dopo soli dodici giorni.
Nel 1920, a ventotto anni, ottenne la licenza per le moto che lo portò poi all’esordio in sella a una Della Ferrera. È in questi anni che disputò anche la sua prima gara automobilistica.
Nel 1924, al circuito del Savio, il mantovano fece un incontro inaspettato e molto particolare, quello con un Enzo Ferrari ancora intento a fare il pilota, ignaro della persona che sarebbe diventato dopo qualche anno. Sarà lo stesso Ferrari a scrivere che, inizialmente, non aveva dato troppa importanza a Nuvolari, almeno finché in gara non aveva capito che fosse l’unica persona in grado di batterlo e di arrestare la sua marcia.
I grandi successi di Nuvolari
Nel 1925 il soprannome di Tazio era ”Campionissimo” delle due ruote, tutti lo chiamavano così. La sua fama nel mondo del motociclismo crebbe a dismisura, e con lei anche la sua passione per le quattro ruote. Tra il 1928 e il 1929 fondò la sua scuderia personale, la Scuderia Nuvolari, nata al fine di partecipare a vari Gran Premi e a varie competizioni automobilistiche.
Nel 1930 ci fu la svolta della sua carriera.
L’Alfa Romeo, dopo quel grave incidente per il quale Nuvolari si era arrestato per nemmeno due settimane, non lo aveva più preso in considerazione. Tuttavia c’era qualcuno che mai lo aveva perso d’occhio.
In quell’anno Nuvolari fece stravedere mezza Italia con la sua meravigliosa performance alla Mille Miglia, competizione della quale era riuscito a portare a casa la vittoria.
Intorno a questo argomento, in realtà, gira un aneddoto di dubbia verità ma che il mantovano non ha mai smentito: Tazio Nuvolari che raggiunse il rivale Achille Varzi, partito con dieci minuti d’anticipo, a fari spenti ma con sorpasso a ormai giorno fatto.
Sempre nello stesso anno il pilota entrò a far parte della neonata Scuderia Ferrari, che lasciò dopo soli tre anni.
Il 1932 è stata una stagione trionfale per il ”mantovano volante”, suo nuovo soprannome dopo il ”campionissimo”.
A questo punto, se vi dicessi che la sua più grande impresa ancora non ve l’ho raccontata, ci credereste?
Nel 1935 al Nüburgring, con una macchina considerata nettamente inferiore alle nove vetture di casa, riuscì a ottenere una vittoria pressoché impossibile.
Un ultimo respiro
La carriera di Nuvolari, dopo anni passati in pista a fare avanti e indietro tra le due e le quattro ruote, terminò nel 1950. Era un martedì d’agosto, in piena estate per l’esattezza, colui che era ”il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire” se n’era andato silenziosamente così come era arrivato.
Foto: X.com, Museo Tazio Nuvolari, Circuito Tazio Nuvolari