La Lola è stato uno dei team più leggendari della storia della Formula 1 e oggi ha annunciato un suo ritorno agli albori, correndo in Formula E. Ripercorriamo i passi della Lola in F1.
L’annuncio di stamattina del ritorno della Lola in Formula E ha fatto tornare in mente ai più nostalgici la storia della Lola Mastercard F1 Team, una delle squadre meno organizzate e più travagliate della storia. Eric Broadley fondò il team nel 1958 chiamandolo Lola Racing Team, tenendo in mente un sogno: la F1.
Il team era pronto ad entrare in Formula 1 nella stagione 1997, dopo un trentennio a fornire i telai ad alcuni team clienti nella categoria regina. accompagnata da uno sponsor di spessore: la Mastercard. L’azienda bancaria era convinta del progetto F1, tanto da ricoprire l’intera livrea della vettura con gli iconici colori arancione e rosso.
L’azienda era talmente presa dal è progetto F1 che volle mandare la vettura in pista un anno prima, nel 1996. I piloti indicati da Broadley sono l’italiano Vincenzo Sospiri e Ricardo Rosset. La monoposto venne battezzata T97/30, fornita di un motore Ford Cosworth ECA Zetec-R V8.
A inizio stagione la vettura era a malapena pronta, infatti dopo una presentazione poco scenica il primo Gran Premio non va per il meglio: entrambi i piloti esclusi dalla gara per aver sforato il 107% del tempo del primo pilota, limite massimo concesso dal regolamento.
Dopo la figuraccia australiana il team ha intenzione di cambiare, mandando in pista nuovi aggiornamenti per fiancate e sospensioni. Il motore era molto poco potente, essendo 3 anni vecchio, ma per la sua sostituzione si doveva aspettare più tempo.
In casa Lola c’è una grande volontà di cambiamento
La brutta figura australiana doveva costituire solo un brutto ricordo per il neonato team di Formula 1, che puntava a rifarsi alla seconda tappa del Mondiale: Interlagos. L’obiettivo di inizio stagione era infatti quello di portare la squadra a vincere un Campionato in quattro anni, supportati da Mastercard. Queste le parole di Broadley pre-stagione: “Abbiamo avuto molto poco tempo, ma non siamo partiti dal nulla. Possiamo lottare ad armi pari con l’altra debuttante Stewart GP. Il nostro obiettivo è quello di vincere il titolo mondiale entro quattro anni”.
Appoggio di Mastercard che però svanisce dopo appena una gara. La figuraccia di Melbourne aveva fatto ricredere l’azienda che il mercoledì del GP brasiliano si ritira dal progetto. La Lola Mastercard F1 Team da quel momento in avanti non esiste più. Le prestazioni del primo round infatti avevano avuto l’effetto contrario di un ritorno di immagine, infangando la grandezza dell’azienda.
Viene scongiurata la bancarotta grazie all’intervento di Martin Biranne che ne ha rilevato la proprietà. Pochi mesi dopo un nuovo tentativo di ritorno al sogno F1 viene concretizzato grazie a Zoran Stefanović che prova a presentare un progetto di scuderia alla FIA: la Stefan Grand Prix, ma la Federazione Internazionale rifiuta la richiesta dell’imprenditore, mettendo fine ai sogni di grandezza dell’ex scuderia inglese.
La Lola è stata un’ottima azienda telaistica finché rimasta in quel settore, ma una volta tentata l’espansione ed il sogno di poter affrontare scuderie come McLaren, Williams e Ferrari la società ha avuto un crollo verticale. Il team rimane comunque nei cuori dei tifosi, etichettato come una delle scuderie più disastrose di sempre.
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