A Brackley preoccupano i tanti problemi della Mercedes W15, la quale ha totalizzato solo 23 punti in queste tre gare: cosa succede alla vettura inglese?
Niente da fare: questa Mercedes W15 sembra proprio deludere anche quest’anno le aspettative del suo team. 23 punti raccolti tra Bahrain, Arabia Saudita e Australia sono un bottino decisamente misero, ancor più rimpicciolito se si considera che la diretta rivale, la Ferrari, ha già ottenuto una vittoria con conseguente doppietta.

RITORNIAMO ALLE PRIME DUE TAPPE DEL MONDIALE
Nella gara inaugurale al Sakhir la vettura progettata da James Allison non si è comportata male, ottenendo un 5° posto e un 9° posto. Nono posto per Lewis Hamilton: il campione di Stevenage ancora non riesce ad adattarsi alla vettura, a differenza del compagno britannico George Russell che invece ha ottenuto una quinta posizione di tutto rispetto, considerando una posizione persa anche dai problemi di raffreddamento del motore.
Mercedes infatti ha sbagliato a scegliere la specifica di raffreddamento, optando per quella più aggressiva e causando un surriscaldamento del motore. Ciò ha poi obbligato i piloti a rallentare, perdendo 6/7 decimi a giro: lo stesso problema si è poi presentato anche sulla Williams, scuderia “satellite” della Mercedes.. Ma nonostante ciò le monoposto tedesche hanno avuto un buon ritmo in Bahrain, anche perché il circuito ha rispecchiato molto i punti forti della Mercedes.
La storia cambia nell’altro vicino circuito del Medio Oriente, il circuito di Jeddah. Caratterizzato da lunghi rettilinei e da curve a media e soprattutto ad alta velocità (come da curva 4 fino a curva 9), il GP dell’Arabia Saudita non ha certo soddisfatto le alte aspettative. Mercedes quel week-end portò un ala posteriore scarica, ottima per i rettilinei e non molto per le curve veloci, decidendo anche di rimuovere la parte superiore della beam wing, riducendo il drag.
I dati della telemetria della deludente Mercedes W15

Dalla telemetria è possibile osservare una notevole differenza nelle curve veloci che caratterizzano il circuito arabo: in particolare, si può osservare la telemetria di Russell e del pilota numero 4 della McLaren, Lando Norris, dalla curva 4 fino alla curva 9. La velocità in curva delle due vetture con entrambi la base in Inghilterra raggiunge una differenza di circa 20 km/h, permettendo al pilota con il numero 4 di guadagnare circa 3 decimi sul connazionale.
Lewis Hamilton nelle prove si era lamentato del posteriore ballerino nelle curve veloci, decidendo di montare un’ala posteriore più carica, La velocità alla fine del rettilineo non soddisfaceva però né il pilota né il suo team, obbligando il britannico 7 volte campione del mondo a montare l’ala posteriore meno carica.
La stabilità del posteriore nella seconda tappa del Mondiale è stato un grande grattacapo. La W15 era carente sia nel grip in termini meccanici che in termini aerodinamici: la nuova sospensione posteriore push-rod progettata da Allison non sembrerebbe funzionare come il dovuto, ha una finestra di assetto molto ristretta ed è molto difficile per i piloti e per i meccanici trovare il setup giusto. Al momento la nuova sospensione sta provocando problemi di boucing e di bottoming: ciò si traduce in mancanza di stabilità, e a causa di questi saltellamenti il team è costretto ad alzare il ride-height (l’altezza da terra della monoposto), e a sua volta ne consegue una ridotta produzione di downforce da parte del diffusore.
Un problema che andrà risolto in fretta: le tante curve a media ed alta velocità di Albert Park, infatti, potrebbero creare qualche grattacapo a Toto Wolff e colleghi, con il rischio dell’ennesima prestazione sottotono della tormentata vettura anglosassone.
IL GRAN PREMIO D’AUSTRALIA: WEEK-END DA DIMENTICARE PER MERCEDES
Mercedes arriva in Oceania con tanti dubbi, abbiamo citato precedentemente la nuova sospensione posteriore, la quale però è presente anche sull’Aston Martin, e il team di Lawrence Stroll non sembrerebbe avere questo tipo di problemi. Allora qual è o quali sono i problemi del marchio tedesco? Non lo sanno neanche gli ingegneri della Mercedes, ma hanno delle supposizioni, infatti a Melbourne il team che ha dominato nell’era del motore ibrido, ha riportato il fondo utilizzato nei test pre-stagionali e scartato per il Gran Premio del Bahrain.
Il vecchio fondo sembrerebbe che non abbia schiarito le idee a Toto Wolff e la sua squadra, infatti le FP1 e le FP2 si sono dimostrate come definite dal 7 volte campione del mondo: “Una delle nostre peggiori sessioni di prova“. Lewis utilizzato come cavia e Russell che dimostra a tutti che Mercedes non abbia il passo per competere con i quattro top team.
Le FP3 invece illudono la squadra di Brackley, con una leggera modifica all’ala posteriore, rendendola leggermente meno carica, la Mercedes ottiene un 4° posto con Lewis davanti al suo connazionale, George Russell. Però la storia cambia nelle qualifiche, mentre gli altri team riescono a migliorare il loro tempo di 6/7 decimi rispetto alle FP3, Mercedes rimane ai tempi delle FP3, tempi che non hanno permesso a Lewis Hamilton di qualificarsi per le Q3, e se ci fosse riuscito sarebbe stato il suo compagno di squadra a non qualificarsi per la prossima sessione di qualifiche.

Dalla telemetria è possibile notare che Hamilton è stato più veloce nelle FP3 che nelle qualifiche, nelle curve 3 e 4 il britannico perde leggermente rispetto al giro delle prove libere 3, e una notevole differenza nelle curve veloci 9-10. Il venerdì e il sabato hanno confermato che la W15 è una vettura imprevedibile e che c’è un fattore ancora non molto chiaro, che faccia diventare la vettura una bestia selvaggia.
Arriva il giorno della gara, giornata che si può riassumere con una semplice frase: “di male in peggio“. Infatti nella prima parte del Gran Premio, la vettura del futuro pilota Ferrari ha avuto problemi con il motore, costringendolo al ritiro. La fortuna e la Mercedes girano su due vie parallele, non incrociandosi mai in quel week-end, difatti al giro 57 George Russell è stato coinvolto in un incidente che ha costretto anche lui al ritiro.
QUALI SONO I PROBLEMI CHE AFFLIGONO LA MERCEDES?
Come citato precedentemente, neanche gli ingegneri che hanno progettato o che hanno contribuito alla progettazione della W15 hanno le idee chiare su quello che sta accadendo. Però non è stato un week-end inutile, il team avrà raccolto dati importanti sul fondo, sull’innovativa sospensione posteriore e sulla gestione della temperatura dei pneumatici. Riguardo a questo ultimo aspetto, James Allison ha affermato che la competitività della vettura varia molto a seguito anche di una piccola variazione di temperatura, rendendo i pneumatici troppo caldi.

Quella della gestione della temperatura dei pneumatici è un problema che si può risolvere in fabbrica, utilizzando strumenti come il simulatore, ha affermato Allison. Simulatore che però sta creando molti dubbi e molti problemi, come ha affermato Toto Wolff, sembrerebbe che c’è un problema di correlazione tra i dati del simulatore e quelli in pista, quindi risolvere questo problema delle temperature non sarà molto facile.
Può considerarsi un piccolo passo in avanti nel comprendere la sorella della W13 e della W14, ma probabilmente non sarà l’unico grattacapo che ha la W15,sarà necessario continuare a studiare il fondo e la nuova sospensione per capire dov’è il problema. Venerdì la F1 ritornerà e vedremo come si comporterà Mercedes in un circuito che non si abbina per nulla alla W15.
Autore: Racing Paddock
Foto: F1Tempo.com, Mercedes AMG Petronas F1 Team