Sono passati 10 anni esatti dal terribile 5 ottobre 2014, giorno che causò la morte a Bianchi. I passi in avanti della sicurezza in F1 e la VSC
La morte di Jules Bianchi è un ricordo indelebile nella mente di tantissimi fan della F1. Amatissimo nel paddock da tutti i piloti, compagno di battaglie in gioventù con Charles Leclerc e Pierre Gasly, Jules resta e resterà per sempre nel cuore di tutti noi amanti del circus, e nella storia della F1. Malgrado una carriera spezzata da quel terribile botto con una gru proprio il 5 ottobre 2014 (era molto plausibile che infatti Jules sarebbe andato in Ferrari nel 2015 al posto di Kimi Raikkonen, e quindi come compagno di Vettel), il GP del Giappone di quell’anno ha rappresentato un vero punto di ripartenza per la F1, chiamata a dare risposte in termini di sicurezza ai piloti in griglia.

Il decesso di Bianchi, da imputare all’assurda follia della direzione gara di far uscire una gru nel bel mezzo della pista con tutte le monoposto presenti sul tracciato, è infatti stato il vero e proprio punto di svolta obbligatorio per cambiare le cose nel circus: le responsabilità enormi della Federazione nell’aver indirettamente causato quell’incidente (o meglio per non averlo evitato), hanno condotto a numerosi e importanti modifiche, già a partire dalla stagione successiva, il 2015. A partire da quell’annata infatti, FIA decise di introdurre il sistema della VSC (Virtual Safety Car), unico sistema volto ad essere una via di mezzo tra l’esposizione di bandiere gialle e Safety.
La “Virtual”, così frequentemente abbreviata, è stata concepita come una credibile strada per evitare l’uscita della Safety Car, seppur rallentando enormemente le monoposto, attraverso un sistema di “delta time” (cioè un tempo limite sul giro pari per tutte le vetture, ma che tutti i piloti possono gestire quando e come vogliono) che congelasse i distacchi in pista, oltre che le posizioni, abolendo ovviamente ogni tipo di sorpassi. Un compromesso realistico per non bloccare la gara sotto Safety per qualche giro, che nel corso del tempo è divenuto un sistema sfruttato da team e piloti anche per cambiare le proprie gare, attraverso pit stop più rapidi o strategie modificate.
La Virtual Safety Car: perché sì e perché no
Eppure la Virtual Safety Car non ha mai convinto tutti sostanzialmente per due grossi motivi: il primo riguardante i distacchi effettivi in pista, che solo sulla carta dovrebbero essere congelati tra i vari piloti, ma che realisticamente non sono mai stati preservati totalmente intatti. Non di rado infatti, i piloti hanno lamentato via radio che il distacco dal pilota che lo precedesse, o seguisse, fosse diminuito o ampiamente allargato, creando polemiche. Il secondo totalmente in merito all’utilizzo della VSC in certe situazioni, mai reso chiarissimo da FIA: spesse volte il sistema è stato azionato quando in realtà non ce n’era assoluto bisogno, altre volte addirittura quando si era in condizioni da Safety.
Nel corso del tempo, il sistema della Virtual Safety Car è stato rigorosamente implementato, con l’obiettivo dichiarato di far perdere meno giri possibili di un GP alle spalle della Safety; tuttavia, ciò ha molte volte creato confusione all’interno delle gare, con l’intervento della Safety a seguire quello della Virtual di qualche giro prima, andando a raddoppiare così le perdite di tempo. L’inefficienza della misura della Virtual è da attribuire proprio principalmente alla mancanza di chiarezza nell’uso di questo “strumento”, forse chiaro neppure alla direzione gara.
Ma è pur vero che è davvero irrealistico pensare ad un sistema diverso proprio dalla VSC, che seppur limitato e con mille difetti per la gestione dalla “torre di comando”, ha limitato notevolmente possibili nuovi incidenti, reso più spettacolari le gare oltre che decidere a volte le strategie e i pit stop dei vari team. Ma prima di tutto la sicurezza, reale motivo per cui la Virtual è stata introdotta, che è assolutamente garantita, enormemente di più delle singole bandiere gialle, poco efficienti in situazioni di gara. Una misura approvata dal terribile evento di Jules, che anche per questo è entrato e rimarrà per sempre nella storia della F1.
Foto: Jules_Bianchi, X.com