La storia di Maria de Villota, figlia d’arte scomparsa a soli 33 anni

maria de villota

Una pioniera del motorsport, scomparsa in giovane età dopo una lunga lotta: ecco la storia di Maria de Villota, la “Stella” di Carlos Sainz

Dare la vita per il motorsport: c’è chi lo ha fatto figuratamente, lottando giorno e notte per il proprio sogno a due o quattro ruote, e c’è chi lo ha fatto nel vero senso della parola, lasciando la propria anima per sempre sull’asfalto di una pista che può regalare sia emozioni enormi, sia tragedie drammatiche.

Maria de Villota al Circuito di Catalogna, Barcellona

Maria de Villota, l’inizio di un sogno

Figlia d’arte, con un padre, Emilio de Villota, pilota di Formula 1 negli anni ’70 e ’80, Maria sin da piccola ha dimostrato un talento naturale per la guida, competendo ad alti livelli già nelle categorie minori. L’ambizione era chiara: rappresentare il genere femminile in Formula 1, puntando a diventare la prima donna nell’era moderna ad entrare nel Circus: a puntare su di lei era anche Bernie Ecclestone, il quale chiedeva fortemente una presenza femminile nella categoria regina.

Maria de Villota, scomparsa nel 2013

Un sogno che nel marzo 2012 iniziava ad essere realtà: Maria diventò infatti pilota di test per la Marussia F1 Team, team di Formula 1 dal 2010 al 2017. Un sogno ormai a portata di mano: di lì a qualche mese, però, la sua ambizione stava per metterla di fronte ad un destino tragico.

L’incidente che cambiò la vita di Maria

3 luglio 2012, Aerodromo di Duxford.
Al termine della sua prima tornata di setup, la de Villota rientra dai suoi meccanici: qualcosa però va storto, e la spagnola colpisce un camion del team molto vicino alla sua piazzola di sosta. La situazione è sin da subito drammatica: ambulanze ed elisoccorso corrono sul posto, e la pilota viene trasportata all’Ospedale Addenbrooke di Cambridge.

L’incidente di Maria de Villota a Duxford, tra la paura del team Marussia

Le condizioni sono critiche: la Marussia comunica il giorno seguente che la de Villota ha perso l’occhio destro, oltre a gravi danni alla testa ed al viso. Uscirà dal coma soltanto cinque giorni dopo l’impatto, riapparendo in pubblico ad ottobre: nel mese di dicembre torna in ospedale, per un nuovo intervento chirurgico di ricostruzione cranica e oculare, il quale ha esito positivo.

Maria torna a casa, con la forza e la volontà di voler tornare a combattere. Non in pista, però, poichè costretta ad annunciare la fine della propria carriera a causa delle lesioni e dei danni.

Da qui inizia la sua nuova battaglia: Maria inizia la sua campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza nel motorsport, sulle onde del motto “La vita è un regalo”. Ne nascerà anche un omonimo libro: la ex-pilota gira la Spagna per presentare il suo scritto, fino alla tappa di Siviglia.

Le complicazioni e la morte

Siviglia, 11 ottobre 2013.
Per Maria è il giorno della conferenza stampa nella capitale dell’Andalucia: quel giorno, però, non si terrà alcuna conferenza. Il distacco della massa encefalica, causato dall’incidente dell’anno precedente, è fatale per lei: Maria muore in un albergo a Siviglia, gettando nello sconforto l’intero Stato iberico.

Il casco di Carlos Sainz, con la stella rossa dedicata a Maria de Villota

Dopo la morte, viene creata la Fondazione Maria de Villota, oltre a premiare la spagnola a titolo postumo della Medaglia d’Oro dell’Ordine Reale del Merito Sportivo. Un ricordo portato avanti in F1 soprattutto da Carlos Sainz: lo spagnolo porta con onore ancora oggi una stella rossa sul suo casco nelle sconfitte e soprattutto nelle vittorie, in onore della giovane connazionale ed amica scomparsa prematuramente.

Foto: X.com, YouTube

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