A 13 anni dall’incidente di Sepang ricordiamo il sorriso e i gioiosi 24 anni di Sic
Sono ormai passati 13 anni da quel fatidico giorno che fece piangere davanti alla tv tutti gli appassionati di moto, ma nessuno si è scordato di Marco Simoncelli. Il Sic vive nella memoria di tutte le persone.
“Quando c’era ti riempiva molto la giornata quando stavi insieme a lui, perchè era vulcanico: il bello del Sic era che era sempre positivo e sempre sorridente” – Valentino Rossi
LA CARRIERA
Marco Simoncelli, pilota romagnolo con il numero 58, inizia a correre sulle minimoto all’età di 7 anni; la sua passione per questo sport la prende da papà Paolo, il quale per tutta la sua carriera lo seguirà in ogni singola gara senza mai perdersene una. Il 30 aprile del 2004 Marco vince la sua prima gara nella classe 125cc a Jerez, una gara caratterizzata da una fortissima pioggia. In testa fino a 3 giri dalla fine c’è Casey Stoner, il quale però cade e così il numero 58 prende la testa della corsa e sale per la priva volta sul gradino più alto del podio. Nel 125cc non vince il campionato, ma 2 anni dopo riesce a passare nella categoria successiva.
Nel 2006 passa nella classe 250cc, ma all’inizio le cose non vanno come previsto: il rapporto con il team Aprilia non è dei migliori e questo si riflette nei risultati non soddisfacenti. Dopo un anno gli viene tolta la moto ufficiale, ma proprio in questa occasione Aligi Deganello diventa il suo capotecnico. L’1 giugno del 2008 Simoncelli vince al Mugello battendo le Aprilia ufficiali di Bautista (che cade) e di Barbera, il quale si scontra con lo stesso Marco Simoncelli sul rettilineo finale.
Dopo la vittoria in Catalogna, Aprilia concede a Marco il ritorno su una moto ufficiale e nella gara di Sepang, in Malesia, viene coronato campione della categoria 250cc. Il caso vuole che proprio sullo stesso circuito, a distanza di 3 anni, avvenne il fatale incidente. Oggi Aprilia conserva ancora a Noale la carena della moto del numero 58.
Il rapporto con papà Paolo
Paolo Simoncelli, padre di Marco, è sempre stato il suo fan numero uno. Non si è mai perso una corsa del figlio e prima di ogni gara i due avevano una sorta di rituale che riguardava “la vestizione” del pilota: per scaramanzia, c’era un ordine preciso con cui indossare le protezioni. Quando il Sic approda in MotoGP con Honda, all’incontro con il viceprsidente della casa motociclistica giapponese si presenta da solo con suo papà per discutere e firmare il contratto, nessun agente, nessun manager, solo padre e figlio che inseguono assieme un sogno.
Paolo continua a vedere giovani piloti correre in Moto3 grazie alla scuderia Sic58 Squadra Corse, fondata in onore di Marco. Oggi i piloti della squadra sono Filippo Farioli e Luca Lunetta (da noi intervistato in esclusiva). Quest’ultimo ha iniziato a correre in minimoto all’età di 5 anni scegliendo fin da subito il numero del suo mito: il 58 di Marco Simoncelli. Luca, approdato in Moto3, ha ricevuto da papà Paolo il permesso di mantenere quel numero e, a vederlo girare in pista con la moto bianca e rossa con il 58 stampato sulla carena, sembra quasi che il Sic sia tornato a correre in pista.
“Il nostro vantaggio è di sapere che Marco faceva quello che gli piaceva. Lui era felice, era davvero felice […] L’unico problema è che ci manca.” – Paolo Simoncelli
FOTO: Mattia Pasini, Sic58 Squadra Corse