Peter Bayer, CEO di Red Bull Racing Motor Group, ha svelato un incredibile retroscena sull’ultimo GP di Ricciardo in F1
E’ passato ormai del tempo dall’incredibile comunicato di Visa Cash App Racing Bulls e Red Bull che, congiunte, ringraziarono Daniel Ricciardo per tutto il cammino in F1. Le strade dell’australiano e del team di Faenza si dividevano infatti così bruscamente a stagione 2024 in corso: un qualcosa forse atteso, ma per molti terribilmente ingiusto. Ingiusto specialmente se poi si butta un occhio ai numeri (terribili) della stagione di Sergio Perez alla guida della RB20. Il messicano tuttavia, ancora oggi strenuamente difende il sedile della casa di Milton Keynes, malgrado gli innumerevoli svarioni di quest’ultimo biennio e gli attacchi del sempre incontenibile Helmut Marko.
Dopo 12 lunghi anni si interrompeva l’esperienza di “Honey Badger” nel circus, e il ringraziamento del paddock e dei fan fu enorme alla notizia, giunta a Singapore, dell’imminente cambio in casa Visa Cash App. La scelta di promuovere ufficialmente in F1 Liam Lawson è stata la “scelta più difficile” anche per Laurent Mekies, team principal della squadra di Faenza, pressato inevitabilmente da Horner e i vertici Red Bull. Il neozelandese, più volte corpo a corpo in pista con il suo (attuale) grande rivale per il sedile Red Bull 2025, Sergio Perez, ha mostrato carattere e attitudine, forse però insufficienti per estromettere Checo, forte di tanti accordi e sponsor remunerativi per Milton Keynes.
Il retroscena di Bayer su Ricciardo: Singapore ultima spiaggia
Cogliendo la palla al balzo, ai microfoni dell’importante testata tedesca “Auto und Motor Sport”, Peter Bayer (CEO di Red Bull Racing Motor Sports) ha svelato un intrigante e curioso retroscena sull’ultima gara a Singapore di Daniel Ricciardo in F1: “A Daniel avevamo deciso di non dire nulla, anche per proteggerlo, e a lui andava bene. Credeva che a Singapore sarebbe riuscito a mettersi il più avanti possibile in qualifica e mostrarci quello che poteva fare“.
Bayer ha proseguito: “Non ho mai visto tale forza mentale in un’atleta. Purtroppo però è uscito in Q1 e quel sabato è stato terribile perché dalla radio si sentiva che gli era caduto il mondo addosso. Ci siamo seduti in ufficio e gli abbiamo detto che ad Austin avrebbe guidato un altro pilota”. Per il sedile Red Bull, l’ultimo ancora da assegnare definitivamente malgrado si vada sempre di più verso la conferma di Perez, negli ultimi giorni anche Yuki Tsunoda, destinato a rimanere accasato a Faenza anche l’anno prossimo, ha parlato del “terzo incomodo” nella lotta tra Lawson e Perez: Franco Colapinto.
Il nipponico si è detto “non stupito” in caso di salita di Franco, pilota al momento appiedato da Williams dopo l’ingaggio di Sainz e la conferma di Alex Albon. E’ noto a tutti che Helmut Marko sia un grandissimo stimatore dell’argentino, soprattutto se poi si ricorda la frecciata a Mattia Binotto nel non considerare nel cast di piloti proprio Franco, prediligendo Valtteri Bottas o Nico Hulkenberg. Staremo a vedere, poiché in casa Red Bull siamo abituati a colpi di scena imprevedibili. Imprevedibile come la bocciatura data a Ricciardo, ancora forse difficile da comprendere per molti.
Foto: Visa Cash App RB F1 Team