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Quattro anni fa il settimo Mondiale di Lewis Hamilton: “Per tutti quei bambini che sognano l’impossibile”

ISTANBUL, TURKEY - NOVEMBER 15: Race winner Lewis Hamilton of Great Britain and Mercedes GP celebrates winning a 7th F1 World Drivers Championship in parc ferme during the F1 Grand Prix of Turkey at Intercity Istanbul Park on November 15, 2020 in Istanbul, Turkey. (Photo by Murad Sezer - Pool/Getty Images)

Il 15 novembre di quattro anni fa Lewis Hamilton vince il Gran Premio di Turchia eguagliando Michael Schumacher per numero di titoli Mondiali.

Il vero significato di leggenda, quello intrinseco alla parola stessa, scavalca anche il più complicato dei gesti diventando il gesto stesso. E’ una condizione di pochi eletti, uno status quo difficile da scalfire ed intaccare. Uno di quei fortunati è sicuramente Lewis Hamilton.

Quattro anni fa il settimo Mondiale di Lewis Hamilton: “Per tutti quei bambini che sognano l’impossibile”

Già, perché il 15 novembre di quattro anni fa Lewis Hamilton domina il Gran Premio di Turchia vincendo il suo settimo titolo Mondiale, eguagliando un’altra leggenda come Michael Schumacher. Lo fa nelle condizioni che più gli si addicono, lì dove si può eccellere con il manico e con quel sangue freddo difficile da spiegare a chi non guida in Formula 1. Le condizioni di umido e bagnato, dove il pilota, certo, conta più della macchina.

Dove è importante la cura di ogni singolo dettaglio che possa fare la differenza e il talento, che non nasce da un punto indefinito ma va coltivato. “Questo è per tutti i bambini che sognano l’impossibile”, le parole di Sir Lewis nell’immediato team radio attraverso le lacrime di una persona prima che di un pilota. Di un atleta capace di riconoscere il momento, lasciandosi per un attimo sopraffare da ciò che la realtà gli sta regalando. Che lui stesso di sta prendendo.

In un’annata cosi assurda e inedita come quella del 2020, con diciassette appuntamenti e varie gare raddoppiate. Come quella in Inghilterra, vinta su tre ruote all’ultimo giro, come quella in Germania in cui Hamilton ha eguagliato il numero di vittorie di Michael Schumacher con annesso casco regalato. “Champions recognize champions”, una frase quasi pubblicitaria ma mai cosi vera.

Da quel giorno sono accadute tante cose, a partire dall’anno successivo. Da quel Mondiale (l’ottavo) perso in maniera incredibile all’ultimo giro, con annesse polemiche e ricorsi storici. Le vittorie che, nonostante una Mercedes in calo, sono arrivate portando quel dato a 105. Una montagna di trofei, di vittorie, di pole position e di sorpassi incredibili.

E forse non è solo questo che trasporta Lewis Hamilton nella leggenda ma c’è altro. C’è la ferma volontà di combattere per qualcosa di giusto, la ferrea coscienza di metterci la faccia e l’essere consci di quello status quo che nessuno ti regala. Sono cambiate tante cose da quel 15 novembre 2020: già, perché tra poco più di due mesi Lewis Hamilton sarà ufficialmente un nuovo pilota della Ferrari.

Un matrimonio voluto da tutti, non solo dai diretti interessati. Un matrimonio storico che non fonda le sue basi nella retorica ma dalla caparbietà di raggiungere quell’ottavo Mondiale, il quel non luogo che nessuno mai ha osato valicare. E farlo con la Rossa avrebbe un significato inspiegabile, difficilmente paragonabile ad altre cose.

E come ricorda quel famoso Team Radio: “Per tutti quei bambini che sognano l’impossibile”, sei già leggenda Lewis.

Foto: Mercedes AMG F1

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