Il racconto della nostra esperienza ad ASPOC, un’associazione che valorizza adulti e ragazzi con disabilità, tra F1 ed inclusività
Per alcuni è passione, per altri un passatempo: lo sport, però, è soprattutto un linguaggio universale, capace di unire le persone e trasmettere emozioni, affascinando con atleti che si trasformano in eroi moderni agli occhi di grandi e piccini.
Ieri abbiamo avuto la fortuna e il piacere di raccontare GPKingdom e il mondo della Formula 1 ai ragazzi di ASPOC (Associazione per lo Sviluppo del Potenziale Cognitivo), un’organizzazione che valorizza adulti e ragazzi con disabilità, promuovendo un approccio inclusivo e collaborativo e migliorando le relazioni tra loro. Li abbiamo coinvolti in una disciplina sportiva che spesso genera stupore e sorpresa, soprattutto in chi non conosce ancora questo mondo.
Innegabile quanto l’emozione fosse reciproca, palpabile sia nel cuore e nella voce di chi raccontava, sia negli animi di chi ascoltava. Partiti dalle basi della Formula 1, siamo poi arrivati a progettare e colorare con loro una piccola monoposto, personalizzandola proprio come la loro creatività desiderava. Vederli aiutarsi, collaborare e costruire insieme la loro vettura speciale è stato straordinario.
Tra una slide e l’altra, abbiamo poi rivissuto la carriera di Hamilton… e no, non abbiamo parlato soltanto di Lewis. Per chi non lo sapesse, infatti, anche il fratello Nicolas, affetto da paralisi cerebrale, è da anni nel mondo del motorsport come pilota. La sua storia è anche diventata un documentario della BBC, intitolato Racing with the Hamiltons: Nic in the Driving Seat.
Perché sì, questo era per noi l’esempio perfetto di passione e inclusività.
Descrivervi l’emozione del momento e la loro gioia nei gesti più piccoli è qualcosa di complicato da trascrivere in parole. Sono attimi da vivere, una manciata di ore che ti cambiano e ti formano. E se li vedi felici e coinvolti, consapevole dei sentimenti genuini di ragazzi con una sensibilità da tutelare come un tesoro, senti una soddisfazione che finora ha avuto pochi, pochissimi eguali nella nostra seppur breve storia.
Come si può spiegare la loro soddisfazione nell’avere in mano un semplicissimo adesivo, la loro gioia nell’indossare i cappellini dei piloti, la loro emozione (e di conseguenza anche la tua) nel chiederti una foto? Non c’è numero o traguardo che valga tanto quanto questi piccoli (ma incredibilmente intensi) momenti.
Ne siamo tutti usciti arricchiti da questa meravigliosa esperienza: da una parte chi ha imparato di più sulla Formula 1, dall’altra chi ha imparato di più sulla vita. E grazie soprattutto ad ASPOC e al lavoro di tutti gli splendidi ragazzi e adulti al suo interno, perché incarnano un esempio collettivo di come passione e valorizzazione possano abbattere tutti i confini.
Oltre i limiti: inclusione, passione e crescita con ASPOC
Così Erika Mapelli, Marta Villa e Marco Cocomazzi raccontano il progetto: “ASPOC è un’associazione che ha molti obiettivi, tra cui lo sviluppo della mente e dell’autonomia di ragazzi con disabilità cognitive. Il nostro ruolo, in particolare, è quello di facilitare la comprensione del mondo che li circonda e le diverse realtà che lo popolano.
Dedichiamo le nostre ore settimanali con loro a temi attuali: cambiamenti climatici, conflitti, festività, culture, tradizioni, sport e molto altro.
Proponiamo attività coinvolgenti per suscitare interesse verso le realtà più disparate. Per questo motivo abbiamo scelto di invitare Stefano per raccontare ai ragazzi il mondo della Formula 1.
L’obiettivo del progetto era proprio quello di mostrare loro che, anche in un contesto così dinamico e competitivo esistono opportunità e soluzioni pensate per garantire a tutti, indipendentemente dalle difficoltà, di vivere questa passione.
Osservare l’entusiasmo con cui imparano cose nuove e con cui scoprono che i limiti esistono solo per essere superati, è ciò che ci motiva e ci sprona a lavorare in questo campo.
Nonostante la nostra esperienza in ASPOC sia iniziata per un desiderio di aiutare persone in difficoltà, ci siamo subito resi conto che i ragazzi ci insegnano molte più cose di quelle che noi potremmo mai insegnare a loro.
Inconsapevolmente, ci trasmettono ogni giorno valori come l’empatia, il coraggio e la bontà con una purezza unica.
Grazie ancora a Stefano e a GPK che sono entrati nei cuori di tutti!
Da Ludovica, Alessandro, Luca, Elisa, Nastia, Francesco, Alice, Marco, Marta ed Erika“
Un sentito ringraziamento anche ad Aldo Mauri ed Elena Valsecchi per la progettazione della monoposto.