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Problemi per Yuki Tsunoda a Las Vegas: “Volevo chiamare la squadra, o forse la F1”

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Il weekend è iniziato con qualche preoccupazione per Yuki Tsunoda a Las Vegas, il quale ha dovuto spiegare il motivo del suo ingresso nel Paese.

Al termine del Gran Premio del Brasile, durante il quale Yuki Tsunoda era riuscito ad qualificarsi in terza posizione, è stata la volta dell’appuntamento nella Sin City che, però, non ha dato l’accoglienza che il pilota RB si aspettava; il pilota giapponese parte della scuderia di Faenza, infatti, ha riferito di essere stato trattenuto dall’Ufficio Immigrazione all’aeroporto di Las Vegas per poter fornire maggiori chiarimenti circa al motivo per cui stava entrando negli Stati Uniti d’America, generando una grande preoccupazione circa la sua possibilità d’ingresso nello Stato a Stelle e Strisce in vista del weekend di gara.

Per fortuna mi hanno lasciato entrare (nel Paese, ndr) dopo un paio di discussioni, in realtà tante discussioni. Stavo per essere rimandato a casa. Ora va tutto bene, ma sì, per fortuna sono qui” ha spiegato Tsunoda, per poi raccontare nel dettaglio l’accaduto.

Nuova livrea per la monoposto di Liam Lawson e Yuki Tsunoda a Las Vegas.

“C’era il mio fisioterapista con cui viaggio. Ovviamente quando passi attraverso la dogana, lo fai individualmente, giusto? Improvvisamente, lui (l’ufficiale, ndr) mi ha messo nella stanza e, quando ho iniziato a parlare, ho chiesto: posso portare la persona con cui viaggio? Forse potrebbe aiutare a spiegare un po’ di più su di me e sulla situazione in Formula 1? Ma non mi hanno permesso di farlo, né di chiamare nessuno. Volevo chiamare anche la squadra, o forse la F1, così che potessero aiutarmi. Ma in quella stanza non puoi fare niente” ha riferito Tsunoda rendendo noto come non gli sia stato possibile nemmeno essere aiutato dal suo fisioterapista che stava viaggiando insieme a lui.

Inoltre, il pilota RB ha spiegato di aver avuto tutta la documentazione necessaria all’ingresso negli USA in regola, soprattuto considerando i weekend americani – ovvero quello di Austin, a Città del Messico e quello a Sao Paulo – che hanno preceduto quello di Las Vegas, al via in questa notte italiana: “Ho fatto i visti e tutto il resto. È stato un peccato. Penso che con gli ultimi tre Gran Premi sono riuscito ad entrare senza problemi. Quindi è stato un po’ strano essere fermato e avere una discussione approfondita“.

Forse indossavo dei pigiami e il colore sembrava un… non lo so. Mi è sembrato che ci fosse molta pressione da parte loro, e non potevo dire nulla. Altrimenti, se avessi detto qualcosa, sentivo che sarei stato in maggiori difficoltà. Per fortuna sono riuscito a passare senza problemi” ha, poi, concluso Tsunoda attribuendo la colpa del contrattempo all’abbigliamento indossato.

Foto: Visa Cash App Racing Bulls F1 Team.

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