Il leggendario Circuito di Pescara, il tracciato di Formula 1 più lungo di sempre

di Alessio Evangelista

Storia del più lungo circuito che abbia mai ospitato una gara di Formula 1, 25 chilometri di storia in Abruzzo.

Esistono circuiti leggendari e, allo stesso tempo, dimenticati senza un apparente motivo valido. Esistono circuiti che la leggenda l’hanno scritta, solcati dai rombi dei motori che furono; la loro storia fusa in maniera del tutto parallela a quella del nostro Paese. Nelle immagini in bianco e nero, nei reperti storici e nei racconti, magari estremizzati, di chi c’era e stava assistendo, in qualche modo, alla storia. Beh si, è la storia del Circuito di Pescara: il più lungo ad aver mai ospitato una gara ufficiale di Formula 1.

Il leggendario Circuito di Pescara

Si scava nei reperti più datati, si scava nei ricordi e in un presente che, in quella magica terra che è l’Abruzzo, ha ancora ogni singolo centimetro di quel circuito nato quasi per caso, da strade che collegavano paesi limitrofi, da piccole curve e da grandi rettilinei. Un circuito che si snoda per ben 25 chilometri, un dato quasi raccapricciante rispetto ai circuito che, adesso, inondano il calendario di Formula 1. Dieci minuti senza poter pensare, senza poter capire o ragionare in un modo che sia esterno alla pista; dieci minuti passando per vari paesi a cominciare da Pescara e proseguire verso Spoltore, Cappelle e Montesilvano.

La storia del leggendario circuito di Pescara va ricercata negli anni venti del novecento, nell’immediato primo dopo-guerra, in un luogo che adesso non c’è più, ossia Castellammare Adriatico. Vicenda interessante quella del comune teramano, fusosi con Pescara nel 1927 dando vita all’omonima città, ma questa è un’altra storia. Nel 1923 i bolidi dell’epoca conoscono l’Abruzzo e l’Abruzzo conosce il fascino della velocità, in una manifestazione politica dell’epoca.

La nascita della Coppa Acerbo e la vittoria di Enzo Ferrari

La nascita della Coppa Acerbo e la vittoria di Enzo Ferrari
La nascita della Coppa Acerbo e la vittoria di Enzo Ferrari

E’ da li che nasce, a partire dall’anno successivo la “Coppa Acerbo”, in onore del militare abruzzese eroe del primo conflitto mondiale. Le più grandi case automobilistiche dell’epoca sbarcano nel centro del bel Paese e la prima edizione sembra quasi un ossimoro perché a vincerla è il Drake, Enzo Ferrari, alla guida dell’Alfa Romeo. Vincerà quasi per caso, ribellandosi ad un ordine di scuderia che, già dall’ora, contornava le gare. Difficile da crederci ma è cosi.

Non sono solo corse quelle che albergano nelle strade abruzzesi, sono delle occasioni per fare chilometri a piedi per poter solamente sentire il rombo di un motore, senza conoscere una macchina. Senza nemmeno aver mai immaginato una macchina e pensare che questa possa sfrecciare a velocità umanamente impensabili negli anni 30′. E’ il sognare continuamente quel rombo per chi abita vicino al circuito, come racconta una nonna dell’epoca. E’ un mondo irripetibile per una serie di cose, per corse che avevano nella sopravvivenza la vittoria principale, prima ancora che la vittoria stessa.

La targa che omaggia il Circuito di Pescara

La targa che omaggia il Circuito di Pescara
La targa che omaggia il Circuito di Pescara

Il circuito è quasi avveniristico: conta due importanti rettilinei ed una serie di curve che inondano il paesaggio collinare. Una, in particolare, quella che collega Spoltore a Cappelle venne ribattezzata, all’epoca, come “La Curva della Morte”, per via della sua pericolosità. Oggi, in quel stesso punto e in quella stessa curva c’è un’importante targa commemorativa e i bordi delle curve pitturati ancora in bianco e nero.

Sarebbe quasi noioso raccontare cronologicamente ogni edizione della Coppa Acerbo, bisogna lasciarsi trasportare dalla magia e dalle conseguenze di un evento mai visto all’epoca da quelle parti. Mai visto, già, come l’introduzione della prima chicane all’interno di un circuito: siamo nel 1934 e l’idea divenne realtà proprio all’interno del circuito di Pescara. Alle molte edizioni dell’omonima coppa hanno partecipato le migliori case automobilistiche italiane tra cui Ferrari, Bugatti, Alfa Romeo, Maserati, e straniere come Mercedes-Benz, Auto Union, Vanwall,

La neonata F1, però, sembra quasi voltare le spalle, al circuito abruzzese. Il più importante campionato automobilistico al mondo, nato nel 1950, cerca altri lidi per poter brillare ma un allineamento di pianeti (anche tragico) avvicina le lune della Formula 1 e del Circuito di Pescara. Nei primi anni 50′, infatti, numerose tragedie animano il mondo del motorsport ma due scuotono l’opinione pubblica: l’11 giugno 1955, durante la 24 Ore di La Mans 84 persone perdono la vita ed altre 120 rimasero ferite dopo un gravissimo incidente. E’ la più grande tragedia nella storia del motorsport mondiale.

Passano due anni e la storia ciclicamente si ripete a Guidizzolo: nel corso della Mille Miglia la Ferrari di Alfonso de Portago, a causa di un improvviso scoppio di un pneumatico, esce di pista a oltre 250 km/h causando la morte istantanea del pilota, del copilota e di nove spettatori. I dubbi insorgono, la Ferrari è incredibilmente sotto processo tanto che il Drake estromette tutte le sue vetture dalle gare italiane fino a quando lo stesso processo non sarà ultimato. Ci si interroga su questo sport talmente affascinante e pericoloso mentre la crisi del Canale di Suez porta alla cancellazione del Gran Premio d’Olanda e quello del Belgio, a causa di un prezzo sconsiderato del carburante.

La F1 sbarca a Pescara il 18 Agosto 1957, vince Sterling Moss

La F1 sbarca a Pescara il 18 Agosto 1957, vince Sterling Moss
La F1 sbarca a Pescara il 18 Agosto 1957, vince Stirling Moss

I pianeti, dunque, si allineano e la Formula 1 (sfruttando anche un fatto logistico vista l’imminente tappa di Monza) decide di sbarcare a Pescara per la prima e unica volta nella sua storia, è il 18 agosto del 1957. La gara comincerà in uno stranissimo orario, alle 9 di mattina, e sarà vinta dall’inglese Stirling Moss, seguito dal cinque volte campione del mondo Juan Manuel Fangio. Il funambolico argentino detiene anche il record di velocità del circuito pescarese con 310 Km/h sul rettilineo, nel 1950. Avete letto bene, 1950.

Tanti gli aneddoti legati alla prima ed unica edizione del Gran Premio di Pescara, con Enzo Ferrari che, mosso dal ricordo della vittoria del 1924, fece spedire una Ferrari per permettere a Luigi Musso di poter continuare a lottare per il Mondiale. Tentativo in extremis ma inutile perché il pilota italiano si ritirerà nel corso della gara e chiuderà terzo il mondiale piloti, dietro a Moss e Fangio. Ah, e il record di un circuito cosi lungo? 9’44” stabilito sempre da Juan Manuel Fangio.

E’ la storia, è la storia scorre nelle strade che saranno prese d’assalto da ben 200 mila persone. E’ la storia che intreccia la leggenda come leggendari sono i piloti che l’hanno corsa rispedendo al mittente incidenti importanti. Non sarà, però, il caso di Guy Moll.

Guy Moll, il primo “pilota sensazionale” di Enzo Ferrari

Guy Moll, il primo "pilota sensazionale" di Enzo Ferrari
Guy Moll, il primo “pilota sensazionale” di Enzo Ferrari

All’anagrafe, Guillaume Laurent Moll, francese nato in Algeria da padre francese e mamma spagnola. E’ un funambolo del volante e ha la velocità nel sangue, lo ricorderà spesso anche Enzo Ferrari in uno dei suoi racconti. Nel 1934, dopo una serie di prestazioni incredibili, ha l’onore di guidare per la prima volta la Ferrari che in quegli anni gestisce l’attività sportiva dell’Alfa Romeo. Sale a bordo e, alla prima occasione, vince il Gran Premio di Monaco diventando il più giovane della storia (record battuto solo nel 2008).

E’ avviato ad una carriera leggendaria ma il destino delle corse ha in serbo altre traiettorie per lui e coincidono con le coordinate del circuito di Pescara. Il 15 agosto del 1934, mentre si accinge a doppiare una Mercedes, è vittima di un incidente a 250 Km/h e per lui non c’è nulla che si possa fare. Il pubblico abruzzese lo aveva adottato, forse per quel assonanza caratteriale e lo spirito libertino. Nel 1935 la città di Montesilvano gli dedicherà un piazza che, oggi, è un parco. Forse perché le corse non sono solo tali, c’è qualcosa di più.

C’è sempre qualcosa di più, come una scritta che oggi campeggia tutt’ora nella parte di circuito che porta a Cappelle: “W Fagioli”. Luigi Fagioli, leggendario pilota italiano che nel 1933 e nel 1934 vinse la Coppa Acerbo alla guida, rispettivamente, dell’Alfa Romeo e della Mercedes. Non è passato ciò che continua a vivere nel presente, in una scritta o in un ricordo.

E di ricordi il circuito di Pescara ne ha tanti: come la storia di un uomo e la casa dei suoi nonni, meta di Sterling Moss dopo che la sua vettura lo aveva lasciato a piedi al termine delle qualifiche. Il pilota britannico, al pari di molti suoi colleghi, trovò ristoro in quella casa e gli abitanti, senza aver nemmeno una parola in comune con alcuni di quegli eroi, offrivano loro acqua e cibo, E’ la storia di un uomo e di suo padre che, all’età di nove anni, salì sulla Vanwall di Moss abbracciato dallo stesso pilota. Sarebbe impossibile assistere ad una scena del genere oggi.

Come il rifornimento improvviso e non programmato, al fine di terminare una corsa sfiancante di 18 giri, di Jack Brabham. Il pilota australiano, alla guida della sua Cooper, fu aiutato da un benzinaio di turno che si offri di rifornire Sir Jack con la “sua benzina”. Scene d’altri tempi, scene di immagini in bianco e nero e sbiadite ma, allo stesso tempo, vivide negli occhi e nella mentre di chi le ha vissute.

Le mitiche vittorie di Tazio Nuvolari e Alberto Ascari

Le mitiche vittorie di Tazio Nuvolari e Alberto Ascari
Le mitiche vittorie di Tazio Nuvolari e Alberto Ascari

E’ la terra di miti, della vittoria di Tazio Nuvolari nel 1932 alla guida dell’Alfa Romeo P3, leggendario pilota a cui Lucio Dalla, qualche anno più tardi, dedicherà una canzone incredibile. E come dimenticare l’edizione del 1948, della vittoria di Alberto Ascari e Giovanni Bracco alla guida della Maserati A6GCS.

Perché la storia serve proprio a questo, a non dimenticare. A ricordare tutto ciò che abbia lasciato un segno indelebile nella mente e nel cuore di chi ha potuto vedere, ammirare ed essere parte della storia stessa. Come è accaduto e come accade ogni giorno, grazie alle migliaia di macchine che ancora lo percorrono, al leggendario Circuito di Pescara.

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