Ayrton, nel 1989, ha vissuto la stagione più difficile della sua carriera, vedendosi “tolto” il titolo dal compagno di squadra e litigando con Jean-Marie Balestre: ecco la storia della squalifica di Senna dal motorsport
Uno dei mondiali più belli di sempre, con un conseguente finale controverso: quello del 1989 è rimasto nella storia come uno dei campionati più iconici di questo sport. I protagonisti di questa storia sono principalmente 4: Ayrton Senna ed Alain Prost, i due piloti McLaren, il loro Team Prinicipal Ron Dennis ed il presidente della FISA (l’attuale FIA), Jean-Marie Balestre, di nazionalità francese.
Un dettaglio non indifferente, in quanto i favoritismi nei confronti del connazionale Prost, prima del 1989 2 volte campione del mondo, sono sempre stati agli occhi di tutti.
La prima vicenda che comprende i due piloti ed il presidente della FIA risale al GP di Monaco del 1984, quando alla prima stagione di Senna in F1 a bordo di una Toleman, stava per raggiungere proprio Prost in prima posizione, dopo svariati ritiri ed una guida leggendaria del brasiliano sotto il diluvio del Principato. Senna era riuscito a mettersi a caccia dell’eterno rivale, nel primo scontro in pista tra i due, guadagnando secondo dopo secondo e mettendo pressione al francese.
A meno di metà gara Alain ha iniziato ad alzare le mani per richiedere un’interruzione della gara per la scarsa visibilità. Balestre agì, dando la vittoria a Prost con punti dimezzati e lasciando Senna a metà tra l’amarezza per una vittoria a portata di mano e la felicità per il primo podio in carriera.
GP di Suzuka 1989: una delle gare più iconiche di sempre
Prost e Ayrton, i due rivali eterni, si trovano per il secondo anno di fila in lotta per il Mondiale. Il GP nipponico è stato sede di sfide memorabili per diverse edizioni, ma la gara più intensa è sicuramente quella dell’89. Alain, il professore, è in vantaggio rispetto al mago brasiliano e gli basta un DNF di Senna per vincere il terzo titolo in carriera.
I due hanno avuto tensioni per tutta la loro convivenza nel team di Woking e la tappa giapponese ha rispettato le aspettative: all’ultima chicane, il triangolo, Senna sferra l’attacco dopo una fase di studio. Prost fa la curva come se il mago non ci fosse e i due vanno al contatto.
Prost si ferma, convinto che anche il rivale non sarebbe ripartito. Senna, invece, viene rimesso in pista tramite l’aiuto degli steward e taglia l’ultima chicane. Quello che viene dopo è storia, con la rimonta dopo un pit-stop del brasiliano che l’ha portato a vincere la gara davanti a Nannini. Rimonta storica strozzata dal volere di Balestre.
Prost, a fine gara, va in direzione gara con l’intento di cambiare il risultato della gara, reclamando prima un taglio di curva illegale da parte di Ayrton e poi una squalifica a causa dell’aiuto degli steward. La decisione finale è proprio questa. Squalifica per Senna. Prost, in questo modo, è campione del Mondo.
Ayrton non può fare nulla. Chiede aiuto al suo fidato amico oltre che Team Principal, Ron Dennis, che gli promette di fare ricorso se Senna avesse vinto anche il GP successivo (in quel modo Ayrton sarebbe campione). Senna finisce quarto alla gara finale ed avrebbe lo stesso perso il titolo, ma il processo avviene lo stesso.
La squalifica di Senna
Il ricorso non migliora la situazione, anzi, viene addirittura inasprita la pena per Senna: 100 mila dollari, ma quello che più infastidisce Ayrton è l’etichetta che gli viene data dalla FISA, cioè quella di “pilota pericoloso per la sicurezza degli altri piloti”. Il brasiliano non ci sta e continua a rivendicare la vittoria a Suzuka e la Balestre risponde a tono: Senna è squalificato dalla Formula 1 per 6 mesi.
Ron Dennis intima così il suo fenomeno a scrivere una lettera allo stesso balestre, chiedendo perdono per le sue dichiarazioni ed il suo comportamento in pista. Le scuse vengono accettate e Ayrton potrà correre l’anno successivo (anno in cui vincerà il secondo titolo Mondiale).
La rivalità tra Senna e Prost ha segnato la storia di questo sport e proprio l’anno dopo, nel ’90, Ayrton si vendicò di Alain, buttandolo fuori in curva 1, proprio a Suzuka, per avere la matematica certezza di vincere il campionato. Avvenimento di cui Senna non va molto fiero, ma che in qualche modo chiude un cerchio iniziato l’anno prima. Il rapporto con Balestre, invece, non è mai stato idilliaco, ma Ayrton è riuscito a dimostrare il suo valore in pista, concludendo la carriera, come tutti sappiamo, con 3 mondiali, 41 vittorie e 65 pole position, ma soprattutto un talento fuori dal normale.
Foto: Formula 1