Il rookie di WorldSBK si racconta ai microfoni di GPKingdom: una passione tramandata dal padre che ora lo porta all’esordio in Superbike
La WorldSBK è pronta a scaldare i motori e da quest’anno GPKingdom si impegnerà a riportare tutte le ultime notizie anche di questa categoria. Tra meno di due settimane cominceranno i test pre stagionali di Jerez, a cui seguiranno quelli in Portogallo e in Australia. Ma prima di partire conosciamo meglio Yari Montella, rookie italiano di Superbike pronto a scendere in pista con il Barni Spark Racing Team.
Come tutto è cominciato
La chiacchierata con Yari Montella è iniziata parlando del modo in cui si è avvicinato al mondo delle moto. Queste le sue parole: “Tutto nasce un pochino così per gioco e abbiamo iniziato questa avventura anche un po’ tardi rispetto alla media. Ho iniziato a correre, o meglio a divertirmi in moto, e a farlo come hobby all’età di 11 anni e poi dopo a 13 abbiamo iniziato col primo campionato.
Mio padre era il classico “moto da domenica”, quello che carica il furgone, va in pista, ci si diverte e poi torna a casa. E io lo seguivo praticamente sempre, stavo lì insieme a lui a dare una mano, a preparare la moto, lo aiutavo magari ad accendere le termocoperte… Lo aiutavo perché mi appassionava quello che era il mondo, tutto ciò che girava attorno al mezzo e alla moto.”
Montella ha continuato poi dicendo: “Mi ha proposto l’acquisto di questa mini GP, che sarebbe una ‘motoretta’ piccola da 12 pollici a marce, e io mi ricordo che la prima volta che ci salii sopra non sapevo neanche come mettere le marce, come funzionava… e poi da lì piano piano abbiamo fatto due anni a divertirci assieme la domenica. Dopo, dal 2013, abbiamo intrapreso questo percorso. Questo si è poi rivelato successivamente un vero e proprio percorso: abbiamo iniziato con le moto grandi e siamo saliti su una 300, un Kawasaki, per poi iniziare a fare campionati italiani.”
“Mi ricordo che la mia prima gara è stata a Misano” – Yari Montella
GA: “Quindi Misano è il tuo circuito del cuore?”
“No, Misano è la pista che mi regala sempre emozioni, non è la mia pista preferita però riesco comunque a figurare bene lì. Di piste preferite mi piacciono quelle un po’ più particolari come Phillip Island, Portimao ed Estoril: tutto ciò che è una pista un pochino atipica mi affascina.”
GA: “Quando eri piccolo avevi un idolo?”
“Sì, la mia generazione è la generazione che è cresciuta con Marquez: era un po’ il punto di riferimento di tutti, e poi è diventato anche il mio. Ho iniziato ad ammirarlo, a guardarlo, a cercare di rubare con gli occhi qualcosa che mi potesse servire in pista… e c’è ancora tanto da apprendere sicuramente.”
GA: “Adesso come vedi Marquez in Ducati?”
“Lo vedo come qualcuno che può ritornare al vertice, così come ha dimostrato quest’anno con il team satellite. Credo che possa tornare a essere il Marquez di qualche anno fa. Sicuramente la concorrenza, Bagnaia su tutti o magari Martin con Aprilia, non lo lascerà vincere facilmente. Ma sarà sicuramente un bell’anno.”
Il periodo in Moto2
“Venivo da aver vinto l’europeo Moto2 con Ciatti Boscoscuro e quindi c’è stato questo passaggio di categoria e di livello. Quell’anno è stato abbastanza particolare, perché eravamo partiti che il mio compagno di squadra (Jorge Navarro) doveva giocarsi il mondiale e invece, con le gomme nuove e alcuni sviluppi tecnici, la squadra si è trovata più in difficoltà del solito. Di conseguenza io venivo da rookie, non conoscevo la moto, non conoscevo il livello, non conoscevo alcune piste e quindi mi sono trovato un attimino impreparato.
La caduta era facile, non riuscivo a trovare quel giusto bilanciamento di me stesso per gestirmi, quindi spingevo, spingevo, spingevo e poi eccedevo facilmente. A Le Mans ho preso una scivolata, un qualcosa di molto leggero, nulla di esagerato, che però alla fine poi mi ha procurato la rottura dei tendini del polso e quindi mi hanno dovuto operare d’urgenza lì in Francia.
Da lì poi è partito un calvario: ci ho messo tre mesi per rientrare, e nemmeno per rientrare del tutto. Non ero proprio al 100% e quindi ho velocizzato un pochino nel recupero, ma ormai il rapporto tra me e il team si era un po’ rotto e quindi mi sono trovato senza sella dopo 5-6 gare in totale. Sono riuscito a rimettermi in gioco con la Supersport, prima con Puccetti e poi dopo fortunatamente ho trovato Barni.”
La WorldSBK: un nuovo capitolo
Continua Montella: “La SBK è un qualcosa di tanto sudato, tanto atteso. Si può dire che sia un nuovo capitolo perché alla fine è un qualcosa di grande, è il massimo a cui posso ambire nel mio mondo. Entrarci con un team dove ho già fatto due anni, quindi conosco la mentalità di Barni, e con una moto competitiva come la Ducati, mi fa essere molto grato.
Poi quello che sarà non lo so, però da parte mia c’è l’impegno massimo, ma come anche da tutto il mio team interno ed esterno: mio padre, il mio preparatore, il mio psicologo e tutti quelli che mi circondano e che lavorano con me.”
GA: “Come reputi Petrucci come compagno di squadra per questa stagione? Pensi di avere tanto da imparare da lui?”
“Sicuramente. Anche di questo ne sono molto orgoglioso, del fatto di avere un compagno di squadra del calibro di Petrucci. Io da novellino, da rookie di categoria, posso solo che apprendere: mi sarà molto utile averlo in squadra, guardare i dati e magari se si riesce anche a fare qualche domanda. Ho bisogno di capire la categoria, capire il mezzo, la gestione gomme e tutto ciò che c’è attorno.”
E sogno di Yari Montella? “Dopo aver portato a casa un campionato italiano e un campionato europeo, sogno di vincere anche il mondiale.”
Foto: Yari Montella