F1

La storia del numero 1 in Formula 1: tutte le curiosità dietro al numero dei campioni

di Matteo Poletti

Da sempre in Formula 1, il numero 1 è sinonimo di campione del mondo. Ci sono state, però, delle eccezioni: alcuni piloti hanno corso con quel numero senza aver vinto il mondiale e, viceversa, alcuni campioni hanno scelto di mantenere il proprio numero: scopriamo tutte le curiosità

Dagli albori della Formula 1, la numerazione delle vetture è sempre stata sottoposta a regole piuttosto ferree. Solamente dal 2014, infatti, i piloti possono scegliere il proprio numero da corsa, a patto di non cambiarlo più durante la propria carriera.

La storia del numero 1 in Formula 1: tutte le curiosità dietro al numero dei campioni

Una cosa, però, non è mai cambiata: il numero 1 spetta sempre e solo al campione del mondo in carica. Fino al 2013, questa pratica era obbligatoria: con l’arrivo dei numeri “personalizzati”, però, il pilota che vince il titolo ha diritto a cambiare il proprio numero regolare nell’1 per la stagione successiva.

Questo è ciò che ha fatto Max Verstappen a inizio 2022, quando è passato dal suo marchio di fabbrica, il 33, all’1. Gli altri due campioni del mondo dell’era ibrida, invece, non hanno mai corso con il numero 1. Nico Rosberg si è ritirato appena dopo aver vinto il titolo nel 2016, decidendo di fatto di non correre mai da campione in carica.

Lewis Hamilton, invece, ha sempre scelto di mantenere il numero 44 dal 2014 a questa parte (ma corse con il numero 1 nel 2009 dopo aver vinto il mondiale nel 2008). Solamente nelle FP1 ad Abu Dhabi nel 2018 e nel 2019, il pilota di Stevenage ha scelto di disputare la sessione in via del tutto eccezionale con il numero 1 come ringraziamento per il suo team. “Non mi piace per niente, però mi ricordo che i meccanici e gli ingegneri mi chiedono spesso di usarlo per una volta. Ho pensato fosse figo, così almeno possono avere una foto ed essere orgogliosi di vedere il numero 1″, spiegò Hamilton nel 2018.

La storia del numero 1 in Formula 1: tutte le curiosità dietro al numero dei campioni

In due occasioni, poi, è successo anche il contrario, per cui il numero 1 è stato usato da un pilota diverso rispetto al campione del mondo in carica. La prima fu nel 1974, quando Ronnie Peterson, primo pilota della Lotus campione costruttori 1973, guidò con il numero 1 nonostante fosse arrivato terzo l’anno precedente. Il motivo? Il campione piloti, Jackie Stewart, si ritirò appena dopo aver vinto il campionato, come Rosberg nel 2016.

Nel secondo caso, il motivo fu diverso ed ebbe vita più breve. Nel 1985, John Watson corse con il numero 1 al GP d’Europa per sostituire il campione in carica Niki Lauda, che nel round precedente a Spa si infortunò al polso. Cosa che non sarebbe possibile oggi: dal 2014, anche i piloti di riserva hanno il proprio numero personale.

Foto: Formula 1.com

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