Hamilton e Marquez, i due piloti più discussi dai tifosi italiani, protagonisti di una nuova era alla guida di Ferrari e Ducati
Un’era del motorsport è decisamente terminata. Ed è terminata con il 2024, anno definito da tutti come “transitorio”, in attesa di un 2025 davvero rivoluzionario. Una rivoluzione già annunciata e anticipata quasi un anno fa (sponda Maranello): Ferrari, in una tranquilla mattinata di pre-season, 1 febbraio 2024, annunciava che Lewis Hamilton affiancherà Charles Leclerc nella stagione che verrà, sostituendo così dopo 4 anni Carlos Sainz. Un qualcosa di assolutamente clamoroso e inaspettato che ancora oggi vede noi fan italiani increduli.
Un discorso analogo per un’altra leggenda del motorsport, questa volta però sulle due ruote: a rivoluzionare e ribaltare l’ordine più razionale delle cose, l’annuncio di Davide Tardozzi e Luigi Dall’Igna che con Ducati ingaggiavano Marc Marquez al fianco di Pecco Bagnaia, supplendo Enea Bastianini. Una scelta coraggiosissima, allineata a suo modo a quella compiuta da Fred Vasseur qualche chilometro più in là di Borgo Panigale. Coraggiosa se consideriamo le ambizioni enormi dei due piloti Ducati: da un lato l’obiettivo del settimo Mondiale nella classe regina di Marc, dall’altro la voglia di riscattare un titolo perso all’ultima gara 2024 di Pecco.
Da eterni rivali a eterni amori: Hamilton in Ferrari, Marquez in Ducati
7 titoli mondiali come Michael Schumacher. Con un’unica differenza però: l’assenza del rosso in tutti questi titoli. Il più grande parallelismo della storia tra Lewis Hamilton e Ayrton Senna è certamente la gloria dei Mondiali conquistati senza mai vestire il rosso di Maranello; tuttavia, la carriera sportiva di Sir Lewis (non a caso denominato così per i suoi successi dentro e fuori la pista) è tutt’altro che terminata, e l’ambizione dell’ottavo titolo con la tuta rossa coronerebbe una carriera ancor più leggendaria.
Se la vedrà però con chi la macchina per la conquista del titolo non l’ha ancora mai avuta: Charles Leclerc, il prodigio predestinato del Cavallino scalpita, e ha tutte le intenzioni di “rovinare la festa” a Sir Lewis, mostrando (se ci fosse ancor bisogno di dimostrazioni) tutto il suo potenziale. Dopo 6 stagioni a Maranello, la settima pare esser davvero quella giusta per il monegasco, con la promessa di tutti i vertici di una Ferrari competitiva e pronta a lottare per il Mondiale.
Chi però non ricorda tutte le lotte mondiali di Hamilton proprio contro Ferrari? Tanti, tantissimi i precedenti: nel 2007 e 2008 Lewis prima perde contro Raikkonen, poi infrange i sogni di Felipe Massa all’ultima curva sempre a Interlagos, in entrambe le occasioni contendendosi il titolo all’ultima gara contro la Rossa di Stefano Domenicali.
Poi i duelli con Sebastian Vettel nel 2017 e 2018: una lotta punto a punto rovinata dai tanti problemi di inaffidabilità per la SF-70H, e dagli errori di Seb nell’anno seguente con la SF-71H. In ogni caso, la rivalità giunge ai massimi anche con altri episodi, come il GP del Canada 2019, in cui a vincere sarà Vettel, penalizzato però di 5 secondi a causa di un “taglio curva”, consegnando di fatto il successo al britannico.
Con Marquez il discorso è pressoché analogo, ma con due rivali diversi: da una parte il clamoroso duello fino all’ultimo sangue con Valentino Rossi nel 2015, quando l’iberico ostacolò svariate volte il romagnolo nella conquista del nono titolo; dall’altra la giurata rivalità a Ducati, prima contro Andrea Dovizioso e poi contro Pecco Bagnaia, ora suo promesso compagno di box.
L’inizio di un’era che ci rimembra come forti siano i contrasti e i paradossi nel motorsport, sia in F1 che in MotoGP, andando però anche a riportare il fascino nel vedere due leggende nel nostro Paese. Due leggende che godranno sì della scena e della bellezza dell’essere Ferrari e Ducati, ma che subiranno anche inevitabilmente tutta la pressione, prima dei compagni di scuderia poi dei tifosi. Proprio quei tifosi, perno della passione e forse motivazione in più per la venuta di queste due leggende in Italia, di cui dobbiamo essere grati. Attendendo sempre la pista.
Foto: Scuderia Ferrari, Ducati Corse