F1

Monza 1961: la tragica fine di Wolfgang von Trips

di Alice Roghi

Von Trips e la sua passione per il mondo delle corse: un amore, però, che lo portò alla morte

Wolfgang von Trips, pilota tedesco nato da una famiglia di baroni a Colonia, iniziò la sua carriera nel motorsport con le due ruote, per poi passare alle automobili. La sua avventura in Formula 1 iniziò nel 1957, ingaggiato fin da subito dalla scuderia del Cavallino alla quale aveva giurato una fedeltà che, inconsapevolmente, sarebbe durata ”fino alla morte”.

La stagione 1961 e il tragico Gran Premio d’Italia

Soprannominato Taffy, Von Trips aveva vissuto anni di alti e bassi con il team di Maranello, alternando momenti di successo a periodi più difficili. Il 1961, anno della sua tragica morte, era iniziato sotto i migliori auspici: aveva conquistato vittorie sia in Olanda che in Gran Bretagna, arrivando al Gran Premio d’Italia con un certo margine di vantaggio nella lotta per il titolo di campione del mondo, che condivideva con il compagno di squadra Phil Hill.

Durante il weekend di Monza, a bordo della sua Ferrari 156 F1, Taffy riuscì a segnare il tempo più veloce durante la sessione di qualifica, impossessandosi così della pole position.

Prima che la bandiera segnasse l’inizio della gara, l’atmosfera era carica di tensione: c’era un campionato in gioco e i due piloti coinvolti nella lotta dovevano pensare a portare a casa il titolo senza alcun margine d’errore. Due paesi diversi, gli Stati Uniti e la Germania, stavano trattenendo il respiro ansiosi di scoprire chi sarebbe uscito vincitore e chi sconfitto.

Al via della gara, Taffy non riuscì a mantenere la prima posizione per molto tempo e scivolò velocemente verso alcune posizioni più indietro trovandosi ad affrontare lo ”scozzese volante” Jim Clark. Ci volle un attimo per scatenare una catastrofe: un tocco veloce tra le ruote delle due vetture e la Ferrari di Von Trips si ritrovò in aria, frantumandosi poco dopo a terra. Il pilota tedesco venne scaraventato fuori dall’abitacolo e morì sul colpo.

A causa delle scarse misure di sicurezza dell’epoca, sia per i circuiti che per le monoposto, l’incidente coinvolse anche più di una dozzina di spettatori, che persero la vita. Altrettanti, invece, rimasero feriti.

Nonostante questo, la gara non venne fermata e si concluse solo quando Phil Hill divenne campione del mondo di quell’anno. Sfortunatamente, quel giorno settembrino non fu certo un’occasione di festa. Le immagini dell’incidente, le quali fecero il giro del mondo, segnarono profondamente l’opinione pubblica e vennero presto sollevati molti dubbi sulla sicurezza delle corse automobilistiche.

Foto: Ferrari.com

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