Dopo l’incidente di Jorge Martin, in casa Aprilia è stato puntato il dito in casa Michelin per la qualità delle gomme: Piero Taramasso, però, non ci sta e risponde a Rivola
Nelle ultime 24 ore, l’argomento più discusso in MotoGP, soprattutto in casa Aprilia, è stato l’incidente di Jorge Martin. Secondo l’AD Massimo Rivola, la caduta del campione del mondo resta un mistero: i dati raccolti dalla squadra non evidenziano anomalie sulla moto e Martin non ha compiuto alcuna manovra insolita che possa spiegare l’accaduto.
Intervistato da Sky Sport, quando gli viene chiesto se il team ha formulato un’ipotesi chiara sull’episodio, Rivola risponde con un sorriso enigmatico: “Lo lasciamo pensare a voi…”
Nelle interviste successive, quando gli viene chiesto se il problema possa essere stato causato dagli pneumatici, Rivola esclude questa ipotesi, spiegando che la gomma era alla giusta temperatura e pressione. Resta quindi un mistero il motivo per cui la moto abbia improvvisamente lanciato Martin a gas chiuso.
Poi di nuovo: “Ho chiesto a Michelin la storia di questa gomma (media posteriore)”, aggiunge Rivola, “perché se si tratta di una carcassa rimasta ferma in un container per un anno, allora sarebbe davvero preoccupante.”
La risposta di Piero Taramasso
“Quando si verificano incidenti di questo tipo, dobbiamo sempre cercarne la causa, e naturalmente le gomme sono parte integrante della moto e dell’intero sistema”, ha dichiarato Piero Taramasso, responsabile Michelin per le competizioni, ai microfoni di Sky Sport.
L’intervento arriva dopo che la casa francese è finita sotto i riflettori in seguito alle dichiarazioni di Massimo Rivola, che ha sollevato dubbi sulla possibile origine del problema.
Taramasso ha voluto chiarire che, in termini di tracciabilità, la gomma utilizzata da Martin è stata prodotta lo scorso anno e non era mai stata scaldata prima. Aveva quindi tutte le caratteristiche per essere performante, motivo per cui è stata portata a Sepang. Inoltre, analizzando i dati del run di Martin, si è visto che la gomma ha funzionato correttamente su entrambi i lati. Se così non fosse stato, avrebbe mostrato segni evidenti di degrado, cosa che invece non è stata riscontrata sulla gomma dello spagnolo.
“Di solito, quando una gomma non funziona, i piloti rientrano ai box e chiedono di cambiarla dopo 2-3 giri”, ha spiegato Taramasso. “Martin, invece, l’ha utilizzata per 13 giri. Inoltre, come giustamente ha sottolineato Massimo Rivola, temperature e pressioni erano corrette. Dal nostro punto di vista e dai dati a disposizione, non ci sono problemi legati agli pneumatici”.
Foto: Jorge Martin