F1

Ignazio Giunti: la nascita e la storia de “Il Re di Vallelunga”

Clay Regazzoni, Ignazio Giunti and Mauro Forghioeri chat in Ferrari pits, Austrian GP 1970

Ignazio Giunti: la nascita di un talento e il titolo di “Re di Vallelunga”

Ignazio Giunti, nato il 30 agosto 1941 in una nobile famiglia romana, è stato un talentuoso pilota automobilistico italiano. La sua carriera nel mondo delle corse iniziò di nascosto, poiché i suoi genitori faticavano ad accettare la sua passione. Sin da giovane, Giunti si dimostrò un pilota completo: nonostante avesse solo vent’anni, era veloce e brillante, capace di affrontare qualsiasi sfida con determinazione.

Il pilota italiano Ignazio Giunti

Le sue prime esperienze al volante furono con un’Alfa Romeo Giulietta TI, partecipando a diverse cronoscalate. Successivamente, passò a vetture più potenti e a circuiti più prestigiosi. Fu a Vallelunga, suo circuito di casa, che conquistò il titolo di “Re di Vallelunga”, battendo alcuni dei piloti più celebri dell’epoca.

L’approdo in Ferrari di Giunti e l’esperienza in Formula 1

Da quel momento, la sua carriera ebbe una svolta, arrivando a gareggiare sia in Formula 3 che nel Campionato Mondiale Sport Prototipi. I risultati ottenuti furono talmente promettenti che la chiamata da parte del Team di Maranello sembrò inevitabile. Il Drake, conoscendo bene le sue capacità, lo voleva a tutti i costi nella sua scuderia.

Fu così che, nel 1969, Ignazio Giunti si ritrovò al volante della Ferrari 512. Nonostante l’unica vittoria della stagione alla 12 Ore di Sebring, quello fu un anno difficile per il cavallino vista la schiacciante supremazia della Porsche 917.

Ignazio Giunti nella sua F312B

La vittoria in America fu così significativa che Ferrari gli offrì un posto in Formula 1. Il debutto avvenne al Circuito di Spa-Francorchamps alla guida della Ferrari 312B. Nonostante l’esperienza limitata con una monoposto, Giunti riuscì a concludere la gara in zona punti, guadagnandosi così la partecipazione ad altre tre gare in Formula 1 e la conferma con il team per la stagione 1971.

Tra fuoco e fiamme

La prima gara del Mondiale Prototipi di quell’anno fu la 1000 km di Buenos Aires. La coppia Giunti-Merzario erano alla guida della Ferrari 312PB, che si rivelò già da subito molto competitiva. Sembrava che la vittoria fosse già nelle mani del team Ferrari, quando, improvvisamente, la Matra 660 di Beltoise si fermò per mancanza di carburante poco prima dei box. Beltoise, nel tentativo di spingere la sua macchina verso i box, la spense in un punto pericoloso della pista.

Proprio in quel momento, la 312PB di Giunti stava doppiando la la Ferrari 512M. Mentre la prima Ferrari riuscì ad evitare l’ostacolo, la seconda, quella di Giunti, si schiantò contro la vettura ferma e prese fuoco. Il pilota romano morì sul colpo.

Ignazio Giunti

A finire sotto processo non fu solo Beltoise, che se la cavò con poco, ma anche tutto il mondo delle corse automobilistiche, dato che l’incidente sollevò serie preoccupazioni sulla sicurezza in pista. Da quel momento, si iniziò a riflettere sull’urgenza di migliorare le condizioni di sicurezza, anche se i cambiamenti significativi arrivarono solo col tempo.

Foto: Schlegelmilch

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