Marc Marquez centra la sessantatreesima vittoria in MotoGP e lancia un segnale fortissimo alla concorrenza.
E’ solo la prima di ventidue ma il segnale lanciato da Marc Marquez alla concorrenza non è forte, è fortissimo. Come un tuono, che cozza con il caldo thailandese ed afoso, lo spagnolo porta a casa la prima gara lunga della stagione bissando il successo della sprint race ottenuto nella giornata di ieri.

Due vittorie così simili e cosi diverse, accomunate da un dominio incontrastato ed incontrastabile, leggermente rallentato da quel problema di pressione all’anteriore che ha costretto il 93 a seguire suo fratello Alex per mantenere il range in perfetto equilibrio ed evitare penalità. Poi, a tre giri dalla fine e con una calcolatrice piantata nel cervello, l’attacco ed un saluto alla compagnia così rapido e cosi secco, senza possibilità di replica.
Novantatré gare dopo Marc Marquez torna in testa alla classifica di MotoGP e lo fa proprio in Thailandia, lì dove aveva colto la vittoria che gli ha permesso di centrare l’ottavo titolo mondiale. Da quel giorno sono passati sei anni, tanta ghiaia e tanti chiodi ma adesso, a trentadue anni compiuti, il catalano è tornato e lo ha fatto in grande stile. Dominando, trovandosi a suo agio con la GP25 sin dai primi giorni di test passando per le libere e le qualifiche che lo hanno visto sempre davanti.
La Ducati ha puntato su di lui, si è quasi imposta di scegliere Marquez al posto del campione del mondo in carica Martin. Il sogno del Dream Team con Pecco Bagnaia era troppo grande e troppo alla portata per non essere realizzato e l’anno di apprendistato nella Gresini Racing ha permesso allo stesso Marc di capire e ritrovarsi, di assimilare uno stile guida diverso nelle sue similitudini passate, di capire dagli errori e dalle cadute per cercare il limite.
Siamo soltanto alla prima di ventidue gare, di una stagione che si preannuncia lunghissima ma il segnale mandato da MM93 a Bagnaia (e alla concorrenza) è forte ed il rombo si è sentito. Il bottino della prima tappa è pieno ma oltre i 37 punti ciò che rapisce e stupisce la semplicità con cui Marquez fa girare la sua GP25 anche nelle curve a lui meno congeniali (quelle a destra) perdendo meno rispetto a quando accadeva qualche anno fa.
Ha lavorato duramente, si è messo in discussione cercando nuovamente se stesso. Ha saputo aspettare, non sprofondare sotto i colpi di operazioni sbagliate e l’iniziale fretta di voler recuperare a tutti costi. Ha capito col tempo ed il tempo gli ha messo in mano quella Ducati ufficiale che, ora, potrà cavalcarlo verso quell’obiettivo che si chiama nono Mondiale e che manca dal 2019. Quel Mondiale vinto in Thailandia e quella storia con la Rossa di Borgo Panigale che ricomincia proprio dalla Thailandia.