Le lacrime di Pierre Gasly e Anthoine Hubert

di Stefano Zambroni

Pierre, un pilota con un grande cuore. Lui che ogni anno percorre quel piccolo pezzo d’asfalto a piedi, con un mazzo di fiori, per chinarsi e salutare il suo amico “Tonio”. I passi di questo rituale si sono fatti meno pesanti negli anni, ma di certo non perché abbia cancellato il dolore che riaffiora ogni volta che si sale all’Eau Rouge con lo sguardo fisso al cielo.

Gli aspetta un incontro con Anthoine Hubert. Un incontro di qualche minuto. Quelli che gli vengono concessi in una vita così frenetica.

Anthoine era un ragazzo semplice, uno di quei piloti dall’animo gentile che difficilmente danno nell’occhio. Un pilota, però, scomparso prematuramente: Hubert è infatti morto in un incidente fatale il 31 agosto 2019, a Spa-Francorchamps, proprio dopo la leggendaria curva dell’Eau Rouge-Radillon che porta al Kemmel, uno dei rettilinei più conosciuti di tutto il mondiale.
Chissà quanto gli avrà raccontato in questi ultimi incontri, e chissà cosa gli racconterà il prossimo anno in cui arriverà lì vestendo i colori di un team importante come l’Alpine, francese proprio come loro.

Così come gli aveva raccontato i fallimenti in Red Bull, la paura di un futuro che iniziava a prendere una piega sbagliata, sfortunata. Anthoine lo aveva ascoltato, confortato, per poi andarsene in una sfortuna più grande, lasciando un vuoto che non potrà mai essere colmato. Pierre e Anthoine saranno sempre legati da un legame fraterno, da un amore che si nutre del silenzio che accompagna i passi di Pierre verso le barriere, verso il suo amico, ogni anno.

Con la collaborazione di @ilamotortalks

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