C’è chi potrebbe vederci qualcosa di profetico, chi potrebbe definirle semplici coincidenze: tuttavia, è impossibile negare come ci siano delle similitudini del passato a cui possiamo assistere anche nel presente, come un filo rosso che lega la Scuderia Ferrari alla Ducati.
In svariate occasioni e nei più disparati ambiti, il presente a cui assistiamo come spettatori più o meno, direttamente o indirettamente, coinvolti sembra riproporre schemi, i quali si ripetono nella stessa maniera con cui farebbe una stessa combinazione di note ricorrenti in diverse melodie, o ancora come esiti di una narrazione che sembra essere già vista ma che è, per forza di cose, diversa. Una combinazione vincente di carte durante una partita di poker.
Allora partendo da questa premessa, viene spontaneo pensare a come certi episodi, avvenuti durante questi primi mesi della stagione 2025 del motorsport e che replicano il passato, possano essere letti in chiave profetica, come presagi o indicatori di un futuro che attendiamo (o che, forse, è quello che vogliamo vedere). Nell’ambito della Formula 1, l’avevamo visto quando Lewis Hamilton era andato a muro durante la seconda manche di test di fine gennaio – una delle prime volte per il numero 44 con la Scuderia Ferrari sul circuito di Barcellona – episodio frequente ogni volta che il britannico esordisce con una nuova squadra (vedi quanto successo con McLaren a Valencia nel 2007 e poi, con Mercedes a Jerez nel 2013).
In questa storia, però, è presente un filo rosso che lega due Grandi Nomi a due grandi discipline del Motorsport; quello di Lewis Hamilton e quello di Marc Marquez, entrambi campioni iridati del loro sport ed entrambi all’inizio di una nuova importante era della loro carriera: il britannico con la Ferrari, lo spagnolo con Ducati.

Con la ripartenza del mondiale di MotoGP in Thailandia la scorsa domenica, si è aggiunto un nuovo presagio nella storia che stiamo raccontando: la vittoria dello spagnolo nella sua prima corsa vestendo il Rosso Ducati. E quindi? Non stavi parlando di Hamilton e della Ferrari? Giusto, ma per comprendere e spiegare meglio l’elemento “profetico” è necessario selezionare il tasto indietro sul telecomando e tornare al 2007.
Durante quell’anno, al posto di Marc Marquez, il protagonista della storia era Casey Stoner al debutto con la Ducati in sella alla Desmosedici GP7, con la quale, oltre alla vittoria durante il primo appuntamento della stagione in Qatar, conquisterà anche il mondiale proprio durante la sua prima stagione d’esordio a Borgo Panigale, sancendo con il proprio nome il risultato di un’annata di assoluto dominio in una nuova era del Motomondiale.
Parallelamente, al volante delle monoposto di Maranello in Formula 1, a debuttare con la Rossa, piuttosto che Lewis Hamilton (durante quell’edizione solo un rookie), c’era Kimi Raikkonen; il finlandese strapperà il titolo proprio a Lewis Hamilton e Fernando Alonso per un solo, ma pesante, punto riportando la bandiera del Mondiale a Maranello dopo tre anni di digiuno. In altri termini, quando un pilota al suo esordio con Ducati vince, Ferrari la segue.
Adesso che il digiuno della scuderia italiana sta quasi per raggiungere la maggiore età, non ci sono margini di dubbio e c’è certezza assoluta dicendo che la rosea speranza dei Ferraristi è quella di rivedere il logo del Cavallino Rampante sulla coppa dei Costruttori, al via tra poco meno di dieci giorni a Melbourne, come successori al trono di McLaren, vincitori del Titolo 2024.
Una stagione che si preannuncia essere più che combattuta tra le storiche McLaren e Ferrari, le quali potrebbero ripartire da un secondo atto della battaglia conclusasi ad Abu Dhabi lo scorso anno, e tra le speranze di replica per i britannici e quelle di un ritorno alla vetta degli italiani – annesse le aspettative di Norris, Piastri e Leclerc di conquistare il loro primo titolo iridato e quella di Lewis Hamilton di testimoniare ancora una volta la sua grandezza entrando nella storia della Formula 1 come l’unico pilota a conquistare otto Mondiali. 18 anni dopo, guardando anche i test della scorsa settimana a Sakhir e all’apparente miglioramento della SF-25 sul giro secco, le prospettive del 17° titolo Costruttori per Ferrari forse non sono poi così tanto illusorie; tuttavia, sarà necessario attendere ancora prima di poter scoprire se il legame profetico tra le due grandi fabbriche della MotorValley italiana esista e con esso, quello tra il pilota britannico e lo spagnolo di MotoGP.
Se accettiamo questa prospettiva mistica, gli ingredienti per la conquista dell’iridato per il team di Fred Vasseur nel 2025 sembrano esserci tutti.
Foto: Ducati Corse, Scuderia Ferrari HP.