Il GP di Ruanda, a un passo per mesi da un accordo con F1, sembra quasi esser stato dimenticato. Tutti i motivi che spingono (o no) F1 ad abbandonare il sogno africano
Da mesi, se non anni, F1 cerca accordi con numerosi organizzatori e governi in giro per il mondo per espandersi. Ad un passo dall’accordo con la Thailandia per il GP nel 2028, Stefano Domenicali continua il suo progetto di espansione globale del motorsport in tutti i continenti. Seppur per alcuni, specialmente i più “conservatori”, la F1 stia perdendo il proprio DNA abbandonando l’Europa, per tanti altri questa diffusione a macchia d’olio è solo un enorme vantaggio per portare il circus davvero ovunque.

Negli ultimi mesi, F1 sta trattando con numerosi organizzatori e governi, questi ultimi evidentemente interessati al circus e agli introiti che i GP portano ogni anno, rigorosamente sempre maggiori (vedi i numeri del GP d’Italia 2024). Tra i più grandi interlocutori alla porta ci sono stati nelle ultime trattative svariati circuiti: da Hockenheim a Portimao in Europa (senza dimenticare Madrid), da un clamoroso ritorno di Sepang al Sudafrica e oggi alla Thailandia, sino al Ruanda. Giusto, proprio il Ruanda.
Da festa di fine anno a crisi politica: la situazione del Ruanda
Il GP del Ruanda era davvero vicinissimo al raggiungimento di un accordo ufficiale, specialmente nello scorso mese di dicembre. Proprio allora infatti, F1, team e FIA organizzavano il classico “gran gala” di fine stagione, per la prima volta in assoluto in Africa, proprio a Kigali, capitale ruandese. E’ proprio quello il luogo in cui dovrebbe sorgere un ipotetico tracciato di F1, che rappresenterebbe la seconda tappa storica per il circus dopo il Sudafrica.
Tuttavia alcuni problemi sono sorti negli ultimi mesi, soprattutto a livello governativo: proprio quando tutto sembrava essere una formalità, con un accordo in toto solo da ufficializzare, il Paese africano sta vivendo purtroppo una situazione davvero delicata. Oltre ad un grossissimo problema legato alla povertà che imperversa nella nazione, ci sarebbe un vero e proprio conflitto in corso con un altro Stato, la Repubblica Democratica del Congo.
Come riportato anche da Motorsport.com, il governo congolese avrebbe inviato una lettera formale a Domenicali in persona, chiarendo in maniera molto esplicita la propria posizione: “La Formula 1 vuole davvero che il suo marchio sia macchiato da un’associazione sanguinosa come il Ruanda? È davvero questo il Paese migliore per rappresentare l’Africa nel motorsport globale?“
Ciò fa logicamente riferimento al conflitto in corso tra le due nazioni confinanti, il quale prevede l’occupazione da parte del Ruanda di una vasta regione del Congo. L’allerta c’è, le richieste dei governi per abrogare qualsiasi tipo di accordo anche, e la possibilità di vedere un ipotetico annullamento della stretta di mano data lo scorso dicembre che porterebbe il GP del Ruanda in F1, è notevolmente concreta. Vedremo le evoluzioni, nel mezzo di un silenzio che dura ormai da mesi.
Foto: F1, Scuderia Ferrari HP