Gran Premio d’Arabia Saudita: tra spettacolo e polemiche

di Alice Roghi

L’Arabia Saudita entra in gioco: ecco la storia di un Gran Premio giovane, ma già iconico

C’è qualcosa di magnetico e di magico nei riflessi della sera araba che scorrono sulla carrozzeria delle monoposto. Il Gran Premio d’Arabia Saudita non è solo una delle tappe più giovani del calendario di Formula 1, è una storia ancora tutta da scrivere.

Nonostante l’Arabia Saudita avesse in mente di ospitare un Gran Premio di Formula 1 già da tempo, tutto cominciò davvero nel 2020. In quell’anno, la Saudi Aramco, compagnia nazionale di idrocarburi, entrò nel mondo della F1 come un gigante silenzioso, diventando presto il main sponsor del campionato.

L’annuncio ufficiale arrivò in inverno, nel dicembre di quello stesso anno: a partire dal 2021 Jeddah, affacciata sul Mar Rosso, avrebbe ospitato una tappa del mondiale. Il circuito? Un cittadino velocissimo disegnato da Hermann Tilke, figlio d’arte. Non c’era tempo per esitazioni: il mondo stava guardando, e l’Arabia voleva stupire.

Jeddah è un gioiello tecnico: simile a una lama d’asfalto, sono 27 le curve da affrontare a oltre 250 km/h di media. Una danza spietata tra i muri, dove ogni millesimo di secondo può decidere le sorti della gara.

Ma non è solo il fascino della velocità a rendere questo GP così particolare.

L’altra faccia di correre in Arabia Saudita

Come ogni ribalta ha il suo retroscena, anche questo spettacolo ha le sue ombre. Quelle che non si vedono né dai droni né sui grandi schermi. Entrambe le organizzazioni Amnesty International e Human Rights Watch hanno criticato più volte la scelta di correre in Arabia Saudita, accusando il Paese di usare lo sport per distogliere l’attenzione da gravi violazioni dei diritti umani.

Nel frattempo, il Gran Premio è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare al 2023, quando vennero registrati circa 150.000 spettatori in un solo weekend. Eppure, la tensione non è mai svanita del tutto. Dopo l’attacco del 2022 contro una struttura vicina al circuito e sponsorizzata da Aramco, l’anno successivo le misure di sicurezza sono state ulteriormente rafforzate.

Qiddiya o Jeddah?

C’è anche un altro sogno che aleggia tra le curve di Jeddah: quello di Qiddiya, un circuito permanente che dovrebbe sorgere nei pressi di Riad. Era previsto per il 2023, poi rimandato. Ora pare che Jeddah resterà sede del GP almeno fino al 2027.

Foto: Scuderia Ferrari HP

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