Le prime gare del sabato e quell’attimo così bello, ma così sottovalutato
C’è un momento, spesso sottovalutato, in cui il cuore di un appassionato torna a battere rapidamente: è quell’istante in cui varca i cancelli di un autodromo.
A Misano, in un sabato che sa di estate anticipata, bastano pochi passi nel paddock per sentirsi a casa, tra i sorrisi gentili degli addetti alla sicurezza e le persone accomunate dall’amore per lo stesso sport.

Il rituale che precede ogni gara è sempre lo stesso, forse ripetitivo ma pur sempre travolgente. Le famiglie osservano silenziose, attente, mentre i figli sono impegnati a infilarsi la tuta con movimenti ormai familiari. Tra loro, c’è chi smorza la tensione ascoltando musica, chi si isola e chi discute di strategie con il proprio team.

Il sabato passa così, tra briefing tecnici, controlli meccanici e chiacchiere fugaci tra paddock e pit lane.
Una domenica a Misano
Poi arriva la domenica, con la gara più attesa di tutto il weekend.
È l’Endurance una delle protagoniste della giornata: tre ore che sembrano eterne, interminabili, ma che passano in un attimo.
Ancor prima della partenza, si respira tensione in ogni box. Tra meccanici che volano da una parte all’altra della pista e le ultime prove per far sì che tutto sia perfetto.

I momenti si cristallizzano in uno, due, tre scatti. Fotografie che sembrano provenire da un mondo parallelo.
E quando il sole cala, e la bandiera a scacchi sventola dopo l’ultima curva, tutto esplode. Il podio è il punto più alto del mondo, anche se si è solo lì a guardare. Le bollicine, i sorrisi, gli occhi lucidi.
Il pubblico invade i bordi dell’asfalto, stringendosi attorno ai propri eroi. È un muro umano che perfino le monoposto del Formula Regional European Championship faticano ad attraversare.

E in mezzo a tutto questo, un attimo di silenzio. Quello in cui si realizza di essere felici.