Trentadue anni fa tre dei più grandi piloti della storia della Formula 1 condividevano il podio per la prima ed unica volta.
Il mondo delle corse è affascinante perché assolutamente privo di una logica vera e radicata, perché scava nella memoria del non vissuto spingendo chi non c’era ad esserci, in un modo o nell’altro. Trasvolando il tempo, riportarlo per un secondo al presente estrapolandolo da un passo che c’è, è lì incastonato nella memoria che delle volte corre troppo veloce, in un mondo che si gioca sui millesimi di secondo.

Il mondo delle corse è una proiezione onirica, un racconto che per certi versi asseconda la mitologia greca, motivo per il quale alcuni Dei è possibile trovarli quasi sdraiati su una monoposto, ma così umani. E’ un mondo pieno di storie incredibili ed affascinanti ed una di queste rimette le lancette del tempo indietro di 32 anni, un’era geologica dinanzi alla velocità di una monoposto di Formula 1.
E’ il 9 maggio del 1993 quando, in un assolato pomeriggio di Barcellona, il podio della gara viene condiviso per la prima ed unica volta da tre leggende del motorsport, e dell’esistenza del ventesimo secolo: Alain Prost, Ayrton Senna e Michael Schumacher. Nel momento esatto in cui i tre supereroi salgono sul podio i Mondiali sono “soltanto” 6 ma ad oggi se ne contano 14, un’immensità.
La velocità è un concetto spazio-temporale che stravolge il concetto di tempo stesso, rendendolo soggettivo nella sua soggettività. Associamo ad un passo incalcolabile cose presenti mentre ci sembrano preistoriche cose accadute l’altro ieri. Il podio del Gran Premio di Spagna rappresenta l’esempio di un fermo immagine, di un tempo che non si è spostato nemmeno di un millesimo dal momento in cui il fatto è accaduto.
Perché certi momenti e certi uomini restano eterni, come gli attimi, come una curva effettuata col compasso o un sorpasso all’ultimo centimetro di una staccata infinita. Certe situazioni non restano soltanto tali ma aprono la possibilità a mille racconti e forse il numero è anche riduttivo. Perché la bellezza del mondo delle corse è che ci saranno sempre pagine bianche pronte a macchiarsi di iridescente semplicità ed eternità grazie a chi l’eternità l’ha assorbita. Come quel podio di 32 anni fa da 14 titoli mondiali. In rigoroso ordine: Prost, Senna, Schumacher.