F1

Assurdo Bearman: il giro era REGOLARE! FIA, la spiegazione non torna…

FIA, ma cosa dici? Bearman si qualifica al Q2, ma il giro viene cancellato: la spiegazione, però, fatica a stare in piedi

Nel corso delle qualifiche di un Gran Premio di Imola finora certamente sorprendente, non sono mancate le polemiche sull’affidabilità della direzione gara. Oliver Bearman, giovane talento britannico al volante della Haas, è stato escluso dalla Q1 per un presunto completamento del giro sotto bandiera rossa: ma i numeri, purtroppo per la FIA, raccontano un’altra storia.

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Secondo un’analisi di Federico Albano infatti, basata sui dati ufficiali di cronometraggio, il tempo di Bearman sarebbe stato completato poco prima dell’interruzione della sessione. Il problema? La FIA sostiene il contrario, con un orario che anticipa di cinque secondi l’effettiva esposizione della bandiera.

Un’anomalia temporale assolutamente inspiegabile, considerando che i segnali di bandiera sono trasmessi in tempo reale attraverso sistemi dedicati e sincronizzati: una decisione che, ovviamente, non farà altro che alimentare ulteriori polemiche e tensioni su una Federazione già in bilico.

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FIA, cinque secondi di ritardo nelle comunicazioni?

A rendere pubblico il disallineamento è stato per l’appunto Albano, il quale ha evidenziato come Bearman, cronometrato alle 16:32.21, abbia chiuso il suo giro un secondo e mezzo prima dell’interruzione registrata a 16:32.22. Eppure, nella ricostruzione fornita dalla Federazione, la bandiera sarebbe stata mostrata addirittura alle 16:32.17.

Una discrepanza che compromette non solo la posizione in classifica del pilota, ma la credibilità dell’intero sistema di controllo gara: come possono esserci 5 secondi di differenza tra la comunicazione della direzione gara e quella della pista? Scenario per altro che mette a rischio anche la sicurezza, visto che si trattava di una bandiera rossa.

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Un sabato disastroso, dunque, non solo per Ferrari: la Haas, con ogni probabilità, farà ricorso e chiederà ulteriori spiegazioni ad una Federazione che, ad oggi, rischia davvero di compromettere la sua credibilità ed anche il risultato in pista.

Foto: Haas F1 Team

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