Una gara decisamente importante da parte dei due piloti Ferrari che hanno reagito dopo una qualifica al di sotto delle aspettative.
Essere o non essere Ferrari, questo è il dilemma. Un arcano vecchio come la notte dei tempi che, da tre mesi, è stato ormai svelato al mondo. Il palesarsi delle prime difficoltà avevano portando ad un rimando del giudizio ma, dopo sette gare, è ancora difficile poter esprimere un parere univoco e diametralmente positivo sull’anomalo comportando della SF-25, la creature di Maranello.

Il weekend di Imola ha riproposto, quasi allo stesso modo, lo stesso identico copione visto in Arabia Saudita e a Miami dove la Ferrari ha costruito il suo peggior fine settimana della sua stagione. Un sabato da dimenticare, a causa di una monoposto che fatica tremendamente a trovare la giusta temperatura di utilizzo con la gomma più morbida ed una domenica dal passo gara importante (sempre come terza forza) in grado di far sognare i quasi centomila spettatori di Imola.
La gara è stata un sussulto di grandi emozioni avviate da un’ottima strategia della Rossa, fermando subito Leclerc e montando sulla vettura del monegasco le gomme più dure. Mossa decisamente azzeccata ed un terzo posto virtuale rovinato dall’ingresso di una VSC nel momento sbagliato. La sfortuna e Charles sono due rette perfettamente coincidenti e il sesto posto finale non rende certo merito ad una grande rimonta del monegasco, forse troppo conservativo nel non montare le gomme negli ultimi tredici giri.
Facile parlare col senno di poi ma qualcosa poteva succedere e poteva combaciare anche con un podio per il numero 16 della Ferrari, infilato alla prima curva da Albon nell’ultimo giro, perdendo la quinta posizione. E’ frustrante cercare di capire in ogni weekend, lo ammette lo stesso Leclerc che, con un coraggio leonino e quasi incosciente, continua a credere in un qualcosa di molto molto complicato.
La Ferrari non è all’altezza dei suoi piloti, in questo momento, è la gara del redivivo Hamilton è la conferma. Mentre c’è chi lo da per bollito o in pre-pensionamento (con qualche dietrologia di troppo) Lewis risponde da campione mettendo in scena una prestazione che rispetta ampiamente le sue qualità e le sue sette stelline nell’albo d’oro dei campioni del mondo di Formula 1.
La sua gara è simile ad un viaggio con una macchina diesel, sornione nei primi giri e scattante negli ultimi con uno slancio favorito dall’ingresso della SC e la scelta ricaduta sulla gomma gialla, visto il primo stint operato con gomma dura. C’è anche qualche rimpianto nella quarta posizione del britannico, arrivato a poco più di un secondo da Piastri e con un entusiasmo galoppante, come visto dal bagno di folla simile a quando accaduto in Vaticano qualche giorno fa.
Essere o non essere Ferrari, questo è il dilemma. La stagione 2025 sembra una tragicommedia dai risvolti poco credibili e spiegabili ma l’unica cosa certa è rappresentata dalla passione e dall’orgoglio di Hamilton e Leclerc, cavalli rampanti che non vedono l’ora di giocare per traguardi importanti.
Foto: Scuderia Ferrari Gallery