Mario Isola ha rilasciato un’interessante intervista a Motorsport Italia parlando del lavoro Pirelli per la prossima stagione.
La gara di Monaco, in programma questo weekend, sarà la prima nel Principato con due soste obbligatorie. Un format, questo, che incuriosisce e che potrebbe far da preludio a quello che vedremo la prossima stagione visto che l’intenzione della Formula 1, in accordo con Pirelli, è proprio quella di rendere le gare più accattivanti le gare, dal punto di vista della prestazione, senza preservare troppo gli pneumatici.

A tal proposito è intervenuto Mario Isola che, nel corso di un’intervista rilasciata a Motorsport Italia, ha parlato in questo modo del lavoro di Pirelli per la prossima stagione: “Non abbiamo delle vetture rappresentative nei test perché le squadre hanno preso loro monoposto a effetto suolo cercando di avvicinarle ai parametri 2026. E, qui emerge un tema rilevante: abbiamo dovuto creare degli escamotage per provare a simulare le F1 2026. Non abbiamo l’aerodinamica attiva e la macchina sarà più leggera: non facciamo, quindi, i test con il pieno di carburante.
Ecco perché diventa molto importante il lavoro di simulazione. Abbiamo dato alle squadre il modello virtuale del pneumatico perché lo facciano girare sul loro simulatore con la macchina 2026. E ci arrivano dei feedback che indirizzano il lavoro in pista”.
Isola ha, poi, aggiunto: “L’anno prossimo avremo 40 giorni di test per sviluppare le gomme 2027, necessari anche per fare dei fine tuning di mescole. Saremo stati troppo conservativi o troppo aggressivi? Dipenderà dalle effettive prestazioni delle vetture 2026. Se le squadre dovessero sottostimare la crescita prestazionale e noi dovessimo avere già un back up di gomme, potremmo anticiparne l’introduzione come era accaduto nel 2023”.
Sulle vetture del 2026 ha, poi, dichiarato: “Che non saremo lontani dai tempi delle monoposto a effetto suolo di oggi. Magari all’inizio saranno un paio di secondi più lente, ma poi si recupererà in fretta. Avremo, inoltre, delle velocità in rettilineo più elevate a causa della minore resistenza all’avanzamento per l’aerodinamica attiva”.